Antonio Montinaro avrebbe compiuto 60 anni: a Calimera una settimana di eventi per ricordarlo

Antonio Montinaro avrebbe compiuto 60 anni: a Calimera una settimana di eventi per ricordarlo
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Mercoledì 31 Agosto 2022, 21:04 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:43

Per il 60esimo anniversario dalla nascita di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Giovanni Falcone, a Calimera il ritorno della Quarto Savona 15. Dal 5 al 10 settembre l’evento che vedrà presenti anche Giovanni Montinaro (figlio di Antonio), il vice direttore generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie Maria Luisa Pellizzari e Toni Gentile autore dell’iconica fotografia dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che sorridono insieme.

Chi era Antonio Montinaro, vittima della mafia

L’8 settembre prossimo, Antonio Montinaro avrebbe compiuto sessanta anni. Per il caposcorta di Giovanni Falcone il percorso di vita terminò a Palermo, sull’autostrada A29, il 23 maggio del 1992, insieme al suo giudice, la moglie Francesca Morvillo e ai colleghi Vito Schifani e Rocco Dicillo. A trent’anni dalla Strage di Capaci, Calimera non dimentica ed è pronta a stringersi attorno al ricordo del suo Antonio. Cinque giorni, dal 5 al 10 settembre, con testimonianze, musica, arte e teatro. Protagonisti saranno i ragazzi che hanno riflettuto e creato opere originali sul tema della memoria viva. I lavori verranno presentati con orgoglio in piazza del Sole. L’iniziativa è dell’Associazione Nomeni per Antonio Montinaro, guidata dalla sorella Matilde Montinaro, che da anni opera sul territorio ponendo l'attenzione prevalentemente sui giovani a rischio di devianza e marginalità ed attuando progetti nelle scuole.

All’interno di queste iniziative, il ritorno il 5 settembre della Quarto Savona 15 crea già grande emozione. I resti della Fiat Croma blindata, l’auto apripista su cui viaggiavano gli agenti della scorta di Falcone, fanno nuovamente sosta nel Salento a conclusione di un progetto che ha visto protagonisti tanti giovani studenti. L’arrivo della teca avverrà a Calimera in piazza del Sole e ad accoglierla alle 19 la famiglia Montinaro, insieme alla comunità e alle rappresentanze istituzionali.

I partecipanti alla manifestazione dell'8 settembre

L’8 settembre verrà quindi presentato e restituito al territorio "Conservare la memoria per costruire il futuro", l’importante progetto di promozione della cultura della legalità e della convivenza civile, finanziato dalla Regione Puglia (Por Puglia Fesr – Fse 2014/2020) e che vede anche il coinvolgimento dei Servizi Minorili della Giustizia di Lecce, dei Comuni di Calimera e Caprarica, dell’Istituto Comprensivo di Calimera-Caprarica- Martignano, del Cinema Elio e di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

La manifestazione vedrà la presenza anche del figlio di Antonio Montinaro Giovanni Montinaro. Quindi il sindaco di Calimera Gianluca Tommasi, la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Statale di Calimera Piera Ligori, il direttore dell’USSM (Ufficio Servizio Sociale per i Minorenni del Tribunale dei Minori di Lecce) Maurizia Solazzo, il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, il presidente della Fondazione “Fumarulo” Angelo Pansini, il presidente Regione Puglia Michele Emiliano, il Prefetto di Lecce Maria Rosa Trio e il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie Maria Luisa Pellizzari.

Verrà inoltre consegnato il Premio Antonio Montinaro a chi si è distinto sui temi della legalità, della responsabilità, dell’impegno e della convivenza civile. «Questo progetto – dichiara Matilde Montinaro - è nato dal condiviso desiderio di tenere viva la Memoria di Antonio e di tutte le vittime di mafia pugliesi. Questo lungo e impegnativo percorso si conclude con il ritorno in Salento della teca contenente la Quarto Savona 15 e l’8 settembre, giorno in cui Antonio avrebbe compiuto 60 anni, si terrà un incontro pubblico proprio nella piazza dove Antonio ha giocato e sognato, vivendo un’infanzia semplice ma piena di vita. Ci ritroveremo tutti attorno alla teca, quella teca che è certamente segno tangibile della distruzione e del dolore che hanno causato le stragi di mafia del ’92, ma vogliamo anche che sia il simbolo della vita che corre e non si ferma».

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