Logo Made in Italy su antibiotici prodotti in India: sequestrati 14 milioni di pezzi in un'azienda nel Salento. Una denuncia

Logo Made in Italy su antibiotici prodotti in India: sequestrati 14 milioni di pezzi in un'azienda nel Salento. Una denuncia
di Valeria BLANCO
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Lunedì 2 Novembre 2020, 19:59 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 12:01

La merce arrivava dall’India, eppure sull’imballo esterno campeggiava il logo “Made in Italy”. Un dettaglio che tuttavia è bastato a destare i sospetti del personale dell’Agenzia delle Dogane in servizio al porto di Taranto, che su quelle otto pedane di merce, destinate a un’azienda dell’hinterland leccese e poi all’esportazione verso la Libia, hanno voluto vederci chiaro. Anche perché non si trattava di merce qualsiasi, ma di farmaci e nello specifico di 13,7 milioni di compresse e di 127mila flaconcini dello stesso antibiotico. Così, collaborando con i colleghi della sede di Lecce, i funzionari delle Dogane hanno avviato le loro indagini.
Intanto, consultando la banca dati interna, hanno verificato come la merce - otto pedane sono una quantità ingente - fosse diretta verso un’azienda farmaceutica salentina che anche nelle settimane precedenti aveva già ricevuto altri prodotti dall’India. 


A questo punto è apparso necessario procedere con un sopralluogo nella sede aziendale in provincia di Lecce. Al momento dell’arrivo del personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, all’interno dell’azienda c’erano diversi dipendenti impegnati nelle operazioni di confezionamento secondario, cioè a inserire compresse e flaconcini ciascuno nella singola confezione riportante il logo dell’azienda leccese. 
E proprio questa confezione era stata realizzata con elementi grafici inequivocabilmente tesi ad attestare falsamente l’origine italiana della merce: sulla singola scatola o flacone, infatti, c’era la bandiera tricolore associata alla parola Italy sotto il logo o addirittura la dicitura esplicita “Made in Italy”.

Anche nel foglietto illustrativo che accompagnava i farmaci si poteva leggere l’indirizzo dell’azienda italiana, mentre non c’era alcun riferimento a quella indiana che effettivamente aveva prodotto e spedito l’antibiotico. L’ipotesi investigativa è che i farmaci fossero prodotti in India, dove i costi di fabbricazione sono più bassi, e poi rivenduti come se invece fossero stati prodotti in Italia. 


A questo punto, il personale dell’Agenzia delle Dogane ha proceduto con il sequestro dell’intero carico arrivato al porto di Taranto e che, dopo il confezionamento secondario in Italia, era destinato ad essere spedito verso la Libia: si tratta di quasi 14 milioni di compresse e di quasi 127mila flaconi di antibiotici che, venduti al dettaglio, avrebbero avuto un valore di mercato che si aggira attorno ai 500mila euro.
Il titolare dell’azienda destinataria dell’importazione è stato denunciato penalmente per falsa indicazione del Made in Italy e amministrativamente per falsa indicazione dell’origine.

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