Anfiteatro, scavi e ampliamento: il ministero convoca un tavolo tecnico

Anfiteatro, scavi e ampliamento: il ministero convoca un tavolo tecnico
di Paola COLACI
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Venerdì 24 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:27

Un tavolo al ministero, a Roma, per ragionare sull’ipotesi di ampliamento degli scavi dell’Anfiteatro romano di Lecce. La convocazione alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, della Direzione Musei di Puglia e del Comune di Lecce - enti interessati all’ipotesi di riportare alla luce un’altra porzione del sito archeologico - dovrebbe partire direttamente dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Lo annuncia il senatore della Lega, Roberto Marti 

Ad annunciarlo nelle scorse ore il senatore della Lega Roberto Marti, presidente in commissione Cultura a Palazzo Madama e coordinatore del partito in Puglia.
«Bene che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano abbia accolto favorevolmente la mia richiesta di istituire un tavolo tecnico per trovare, insieme ai soggetti interessati, tutte le soluzioni concrete per accelerare sui lavori di ampliamento dell’Anfiteatro romano in Piazza Sant’Oronzo a Lecce» ha fatto sapere a mezzo nota ufficiale il parlamentare leccese. Marti ha poi aggiunto: «Il tavolo consentirà, attraverso un confronto di merito, di fare sintesi su un progetto di sito archeologico che investe orizzontalmente su tutta la nostra economia territoriale. Interventi mirati per una veloce gestione programmatica e pragmatica».
Seppure il timing per la convocazione non sia stato ancora fissato, di certo ora c’è l’impegno del dicastero del governo della premier Giorgia Meloni di puntare i riflettori sul futuro di piazza Sant’Oronzo e su uno dei luoghi simbolo della città.

Il dibattito 

L’Anfiteatro romano da giorni è, infatti, al centro di un dibattito che ha già visto coinvolti studiosi e intellettuali.

Ma anche enti e istituzioni. L’occasione per avviare una riflessione sul sito archeologico arriva dai lavori in corso su via Alvino legati alla mitigazione del rischio idrogeologico. Un progetto che prevede la riqualificazione di infrastrutture stradali nei pressi del monumento. Un cantiere che secondo l’archeologo classico Francesco D’Andria - il primo ad avanzare l’ipotesi di allargamento degli scavi - potrebbe essere l’occasione giusta per riportare a galla un altro pezzo di Anfiteatro, attraverso uno scavo stratigrafico che consentirebbe di mettere in luce le fasi medievali del bene. «È venuto il momento di aprire il dibattito sull’ampliamento dell’Anfiteatro romano. Gli attuali lavori di sistemazione dei basoli possono essere l’occasione giusta» ha proposto nei giorni scorso lo scopritore della struttura “gemella” di Rudiae.

Sette metri da scavare

Sette metri. Tanto basterebbe scavare secondo Paul Arthur, professore ordinario di Archeologia Cristiana e Medievale dell’Università del Salento, per riportare alla luce altre parti nascoste del monumento senza alterare l’immagine urbana della città. «Un’operazione relativamente semplice che ci restituirebbe cinquecento anni mancanti di storia di Lecce» ha poi aggiunto il docente. Del resto a oggi quello che migliaia di turisti e visitatori ammirano è solo un terzo del monumento, scoperto nei primi anni del ‘900 durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d’Italia. Operazioni di scavo che si protrassero sino al 1940. Il resto del bene è ancora celato nel sottosuolo di piazza Sant’Oronzo. E a livello stradale negli anni sono stati costruiti edifici ed eretta la chiesa di Santa Maria della Grazia. 
Eppure l’ipotesi di riportare alla luce un’altra porzione di Anfiteatro da giorni ormai anima il dibattito, tra favorevoli e contrari. E sul punto si sono già espressi anche gli enti. A partire dalla Direzione regionale Musei Puglia, l’organo del Ministero della Cultura che gestisce la valorizzazione del momento. Il direttore Luca Mercuri ha definito la proposta di «grande fascino e interesse» seppure «complessa e articolata». «Un’operazione che richiede il coinvolgimento di enti diversi, primi tra tutti la Soprintendenza competente e il Comune di Lecce».

L'idea del tavolo interistituzionale

Dunque l’idea di un tavolo interistituzionale per discutere della proposta che avrebbe una «grande rilevanza scientifica, con la conseguenza che ne trarrebbe vantaggio sia l’aspetto della fruizione del luogo che la conoscenza scientifica dell’antica Lecce». 
Disponibilità a prendere parte al confronto già formalizzata anche da parte della Soprintendenza: «Sul tema, la Soprintendenza ha evidenziato le peculiarità di piazza Sant’Oronzo il cui carattere identitario è quello di un contesto unico, configurato da una ricchissima stratificazione storica – ha sottolineato l’architetto Francesca Riccio -. Si tratta di un complesso di testimonianze di altissima valenza storico-artistica che si sono succedute con continuità, dall’età antica a tempi più recenti. Qualsiasi intervento in questo contesto si presenta come questione assai complessa che necessita di attente valutazioni da effettuare in sede istituzionale, anche attraverso il confronto con gli altri soggetti coinvolti sul territorio, a partire dagli altri uffici ministeriali e dalla città di Lecce». Confronto del quale, come si diceva, ora è pronto a farsi carico direttamente il ministero.

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