Niente più code all'Anagrafe, Lecce batte Milano: i certificati arrivano sul telefonino

Niente più code all'Anagrafe, Lecce batte Milano: i certificati arrivano sul telefonino
di Ilaria MARINACI
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Venerdì 19 Giugno 2020, 13:57 - Ultimo aggiornamento: 14:14
Niente più file all’anagrafe: i certificati, adesso, si possono chiedere e ottenere in tempo reale sullo smartphone. Anche più di uno contemporaneamente, inclusi quelli che richiedono la marca da bollo. Un’innovazione possibile grazie all’app SmartANPR, messa a punto dalla società Servizi Locali e presentata ieri mattina all’Open Space di Palazzo Carafa. Lecce è la prima città ad attivarla in Italia, battendo sul tempo Milano, che l’ha solo annunciata. «Farò io stesso da testimonial – dichiara il sindaco Carlo Salvemini – perché la ritengo di straordinaria utilità pubblica». 

Questo strumento risponde, infatti, a due esigenze: offrire all’utente un servizio che gli eviti file, attese e stress agli sportelli e automatizzare una parte dell’attività del front office dell’Anagrafe, a tutto vantaggio del disbrigo delle pratiche in back office. «Il lockdown – spiega il vice sindaco Alessandro Delli Noci con delega all’Innovazione tecnologica – è stato l’occasione per dare un’accelerata alla digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione. Con questa app si può stampare il certificato che serve 24 ore su 24 direttamente a casa propria oppure averlo sul proprio cellulare. È un’evoluzione di un servizio già presente sul nostro sito con la differenza che allarga la platea dei fruitori: se sul sito si può accedere solo attraverso lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), con la app si può usare anche la propria Carta d’identità elettronica, inserendo il codice Pin. Entrambe le modalità garantiscono la protezione dei dati personali».

SmartANPR attinge dalla banca dati dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (questo l’acronimo sciolto), permettendo di richiedere certificati anagrafici, in bollo o in esenzione, provvisti di timbro digitale che ne dà valore legale. Il suo utilizzo è semplice: si accede con SPID o Cie, si sceglie il documento (per esempio, lo stato di famiglia, il certificato di nascita, di residenza, di matrimonio, di cittadinanza e di stato civile) e si richiede. Se è in bollo, basta acquisire con la fotocamera il codice a barre presente sulla marca per integrarlo. Dopo pochi secondi, ecco comparire il certificato pronto con la firma del sindaco in calce. «Sono convinto che i servizi pubblici diventino “smart” – aggiunge Salvemini – di pari passo con chi li richiede: ci serve acquisire la consapevolezza di dover fare un piccolo sforzo, come ad esempio richiedere le credenziali Spid (il modo più rapido è andando all’ufficio postale), per partecipare individualmente a quella grande impresa collettiva che è la digitalizzazione della Pa». 

La strada, insomma, è tracciata: dopo essere stato l’unico comune in Italia durante l’emergenza a digitalizzare i buoni pasto in proprio (senza, cioè, usare società terze), nel futuro prossimo si punta sulla possibilità di far saldare tributi, multe e pagamenti vari dal cellulare. «La nostra intenzione è implementare sempre più i servizi digitali – assicura l’assessore ai Servizi Demografici Sergio Signore – per garantire efficienza, trasparenza e velocità». 
Una sfida che riguarda tutto il Paese. «La digitalizzazione delle Pa – conclude il presidente di Servizi Locali, il leccese Giuseppe Carratta – è fondamentale per scalare verso l’alto la classifica europea sullo stato della trasformazione digitale (DESI) che vede l’Italia davanti solo a Romania, Grecia e Bulgaria».
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