Ecotassa incostituzionale: vittoria dei Comuni del Salento

Rifiuti in discarica
Rifiuti in discarica
di Paola ANCORA
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Sabato 15 Aprile 2017, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 11:24
La legge regionale sull’Ecotassa è incostituzionale. I Comuni del Salento cantano vittoria e, con il ricorso presentato dall’avvocato Luigi Quinto, centrano l’obiettivo di demolire l’impianto della norma pugliese, in aperto contrasto con le disposizioni contenute, invece, nella legge statale. La sentenza della Consulta del 22 marzo scorso – presidente Giorgio Lattanzi – parla chiaro e «dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 7, comma 8, della legge della Regione Puglia, numero 38 del 30 dicembre 2011». In base a questa norma, infatti, la Regione ha stabilito a carico degli Enti locali il pagamento di un tributo molto maggiore di quello che avrebbe dovuto essere determinato seguendo le indicazioni della legge dello Stato, datata 1995.
La Regione Puglia, infatti, riconosce una riduzione dell’ecotassa unicamente in funzione del livello di raccolta differenziata raggiunto da ciascun Comune. Lo Stato, invece, attribuisce premialità e sconti ai territori che conferiscono in discarica solo gli scarti rivenienti da complessi processi di trattamento, a prescindere dai valori assoluti della sola raccolta differenziata. Secondo i giudici del Tar, ai quali si sono rivolti i Comuni salentini, la legge regionale avrebbe quindi violato il riparto di competenze tra Stato e Regioni, sia per quanto attiene la materia ambientale che per quanto riguarda quella tributaria. Da qui, la remissione del ricorso alla Consulta che, a fine marzo, si è espressa tirando una linea netta e bocciando in toto l’operato della Regione Puglia, come peraltro aveva già fatto, sempre per ciò che riguarda l’ecotassa, nei confronti di altre Regioni italiane.
Il braccio di ferro fra Comuni e Regione è cominciato nel 2014, quando alcune municipalità salentine – in testa il Comune capoluogo - su iniziativa dell’allora assessore provinciale Silvano Macculli, hanno contestato l’ecotassa fissata dalla Regione a 25,82 euro a tonnellata di rifiuto conferita in discarica per tutti i Comuni che non avessero raggiunto elevate percentuali di raccolta differenziata. Da qui il primo contenzioso davanti al Tar che, nel 2015, ha rimesso tutti gli atti alla Corte costituzionale, perché valutasse la compatibilità della norma regionale con quella statale.
 
I Comuni, circa 70, hanno contestato la norma pugliese perché riduce l’ecotassa solo in relazione alla percentuale di raccolta differenziata raggiunta dalle singole comunità, sia in valore assoluto sia come incremento della stessa differenziata rispetto all’anno precedente. Lo Stato, invece, premia anche il trattamento al quale i rifiuti sono sottoposti prima del loro definitivo smaltimento. Si pensi, per esempio, alla biostabilizzazione. L’avvocato Quinto ha dimostrato che il moderno sistema impiantistico salentino, entrato in funzione nel 2009, consente il conferimento in discarica del 30% circa dei rifiuti tal quali complessivamente raccolti, «la percentuale più bassa di Puglia».
La Consulta ha accolto integralmente le argomentazioni dei Comuni riconoscendo in via preliminare che la premialità si applica anche ai rifiuti raccolti in maniera indifferenziata.
Gli effetti della sentenza si ripercuoteranno su tutti i Comuni di Puglia a partire dal 2018, a patto che i rifiuti vengano sottoposti a trattamenti idonei, come quelli salentini, prima del loro conferimento in discarica. Per i Comuni della provincia di Lecce che hanno invece fatto ricorso al Tar, i benefici del verdetto riguarderanno anche le annualità pregresse.
Per capire la portata della decisione della Corte costituzionale, basti dire che il risparmio complessivo realizzato per l’anno in corso per i soli Comuni ricorrenti sarà di circa tre milioni di euro. Le amministrazioni locali potranno anche chiedere alla Regione il rimborso di tutte le maggiori somme pagate negli ultimi quattro anni, per un totale di circa 10 milioni di euro.
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