Alimini, «lido non amovibile»: altro sequestro, poi concessa la facoltà d'uso. La rabbia dei vacanzieri

Alimini, «lido non amovibile»: altro sequestro, poi concessa la facoltà d'uso. La rabbia dei vacanzieri
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Mercoledì 25 Agosto 2021, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:17

Sigilli in piena estate allo stabilimento balneare Tropea di Otranto. Brutta sorpresa ieri mattina per i frequentatori del lido degli Alimini e per i dipendenti: hanno trovato l'ingresso sbarrato dai sigilli apposti dalla polizia provinciale su disposizione del giudice per le indagini preliminari Alessandra Sermarini. Ad appena 24 ore di distanza, tuttavia, il gip Giulia Proto ha accolto la richiesta dell'avvocato dello stabilimento, Alessandro De Matteis, e concesso la facoltà d'uso. 

Il sequestro dello stabilimento balneare


Ieri Per i bagnanti si è posto il problema di dove trascorrere la giornata al mare, per i dipendenti, 18 in tutto, il problema di essere rimasti senza lavoro e senza prospettive certe.
Lottizzazione abusiva, deturpamento di bellezze naturali ed occupazione del suolo demaniale marittimo le ipotesi di reato contestate alla titolare ed altri indagati, nell'inchiesta condotta dal pubblico ministero Paola Guglielmi (del pool reati contro la pubblica amministrazione l'ambiente).

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Un sequestro preventivo, quello del lido, che ha fatto discutere non tanto nel merito quanto per la scelta di eseguirlo il 23 agosto anche se - lo riporta lo stesso decreto - il sopralluogo della polizia provinciale risale al 7 gennaio scorso: in quella data gli investigatori constatarono la presenza sul litorale della struttura autorizzata ad occuparlo solo nella stagione estiva.

Una circostanza avallata dal giudice che ha fatto presente la persistenza di cabine/spogliatoi, deposito, servizi igienici, ombreggianti, camminamento ed altro dal 2012. Tra queste strutture anche una pedana - dicono questo le carte dell'inchiesta - che arriva fino al mare ed ostacola il passaggio dalla battigia.

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In altre parole l'accusa sostiene come il lido Tropea abbia assunto nel tempo le caratteristiche di una struttura permanente e non facilmente amovibile. Da quando a luglio del 2007 ottenne dal Comune di Otranto il permesso per la rimodulazione delle coperture e l'ampliamento della pedana. A novembre 2008 altro permesso per ampliare la struttura, a febbraio 2011 nel 2017 per una nuova rimodulazione degli spazi.
Questo l'orientamento i permessi, del giudice che ha disposto il sequestro: «Assolutamente illegittimi perché inerenti ad interventi nuovi, di natura stabile, permanenti e di forte impatto ambientale - per dimensioni e massa, né precari, né facilmente amovibili».

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