Alcol sul viso della moglie, ancora in fuga il marito violento: allertati porti, stazioni e frontiere

Continuano senza sosta le ricerche del 32enne di nazionalità marocchina

Alcol sul viso della moglie, ancora in fuga il marito violento: allertati porti, stazioni e frontiere
Alcol sul viso della moglie, ancora in fuga il marito violento: allertati porti, stazioni e frontiere
di Pierangelo TEMPESTA
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Martedì 30 Maggio 2023, 21:53 - Ultimo aggiornamento: 21:54

Masserie e campagne setacciate a tappeto, stazioni ferroviarie, porti, aeroporti e frontiere allertati. Continuano senza sosta le ricerche del 32enne di nazionalità marocchina che lunedì pomeriggio, a Galatone, ha accoltellato e tentato di dare alle fiamme la compagna, sua coetanea. La donna, galatonese, è ancora ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Brindisi e versa in gravi condizioni. Sotto sequestro l’abitazione della coppia. 
Dal momento della fuga, dell’uomo non si sono più avute notizie. Quel che si sa è che è fuggito alla guida di un’auto, pare una Lancia Y, subito dopo aver ferito la moglie.

Sulle sue tracce si sono messi i carabinieri della stazione cittadina e quelli della compagnia di Gallipoli. Il 32enne potrebbe essere ancora in zona, magari nascosto in una delle tante masserie e costruzioni diroccate delle campagne attorno al paese. Ma non si esclude che possa essersi già allontanato dal Salento, magari per tentare una fuga all’estero verso il Nord. O per provare a raggiungere la sua terra d’origine, il Marocco.

Per questo motivo, come da prassi, le sue generalità sono state trasmesse alle frontiere, alla polizia ferroviaria, alle forze di polizia in servizio presso porti e aeroporti.

La stretta

Nulla è lasciato al caso, dunque, e il fuggitivo sembra ormai avere le ore contate. Emergono, intanto, nuovi dettagli sul pomeriggio di cieca violenza di lunedì. Stando agli ulteriori elementi raccolti dagli investigatori, l’uomo avrebbe colpito la compagna con due coltellate all’altezza dell’ombelico e sul fianco destro, per poi lanciarle dell’alcol sulla testa e sul collo, appiccando infine le fiamme. Fortunatamente la malcapitata è riuscita a sfuggire alla furia dell’uomo e si è rifugiata in casa della madre: è stata proprio questa fuga, messa in atto con le sue ultime forze, a metterla in salvo. Quando sul posto sono giunti i soccorritori del 118, per aprire la porta dell’abitazione si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco. In casa, però, non c’era nessuno: la donna, come si diceva, si era rifugiata a casa dei genitori, mentre l’uomo - che in passato era già stato accusato di episodi violenti e maltrattamenti in famiglia e che, pare, qualche mese addietro avesse anche tentato di togliersi la vita - si era dato alla fuga. Il luogo del ferimento è stato subito raggiunto dai carabinieri, che, coadiuvati dagli agenti della polizia locale, hanno avviato le ricerche. La ferita, invece, è stata trasferita d’urgenza al pronto soccorso del “Perrino” di Brindisi, dove è stata presa in cura prima dal personale del Centro grandi ustionati e poi da quello del reparto di Rianimazione, dove si trova tutt’ora ricoverata. Le sue condizioni, benché gravi, restano stabili. Saranno decisivi gli sviluppi delle prossime ore per poter delineare una prognosi. 


Nella giornata di ieri, intanto, l’abitazione in cui è avvenuto il ferimento è stata sottoposta a sequestro su disposizione dell’autorità giudiziaria. Al suo interno, infatti, gli investigatori contano di trovare elementi utili per ricostruire la dinamica dell’accaduto. Ancora scossa per l’accaduto la comunità di Galatone, dove la coppia - che ha anche due figli - è conosciuta soprattutto perché in paese gestisce un’attività di fast food. Anche il sindaco, Flavio Filoni, ha espresso il suo pensiero sull’accaduto: «Una violenza inaudita, un gesto che non può avere alcuna giustificazione e che condanno fortemente. Ripongo la mia fiducia nelle forze dell’ordine e mi auguro che l’autore venga consegnato al più presto alla giustizia. Esprimo la mia personale solidarietà a quella donna, vittima incolpevole, augurandole di tornare presto a casa».

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