Aiuto, sono spariti i fichi: «Colpa del clima impazzito»

Aiuto, sono spariti i fichi: «Colpa del clima impazzito»
di Valentina PERRONE
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Giovedì 15 Agosto 2019, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 13:04
Le tavole colorate dai frutti del sole: l'estate, in Salento, ha anche quest'immagine. E tra i frutti che si legano indissolubili alla calura nostrana, ci sono di certo anche loro, i fichi, vera delizia per il palato.
Verdi o violacei, gustosi, ricchi di proprietà preziose, preludio di dolci prelibatezze da gustare in inverno una volta essiccate, quest'anno si stanno facendo desiderare, è proprio il caso di dirlo. Trovarli è quasi un'impresa. Ve ne sono assai meno sulle nostre tavole e in un periodo dell'anno in cui la loro maturazione dovrebbe essere praticamente al top, di fatto molti frutti sono ancora sugli alberi, in una fase di maturazione non ancora completa e dunque non ancora pronti per essere colti e gustati.

C'è un evidente ritardo, lo confermano anche gli addetti ai lavori: basta considerare che, solitamente, tra gli ultimi giorni di luglio e i primi di agosto, la produzione di fichi è già ai livelli ottimali.
Mentre quest'anno, a metà agosto, assistiamo a maturazioni incomplete e quantità ridottissime di quello che è a tutti gli effetti uno dei frutti più rappresentativi e identificativi della terra salentina. E come si suol dire, le cose poco belle non vengono mai da sole.
Ci sono poi le conseguenze - di segno medesimo - che in casi come questo inevitabilmente si verificano, primo fra tutti il rincaro dei prezzi sul mercato.

Si parla di cifre che si aggirano intorno ai 4-5 euro al chilogrammo per gli amati fichi, praticamente, a detta dei fruttivendoli, quasi triplicate rispetto alle cifre standard di stagione.
«Non vi è alla base nessuna problematica legata a patologie o malattie tali da aver provocato conseguenze negative sulle piante - assicura il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele - si tratta di un ritardo di maturazione che riguarda, di fatto, non soltanto i fichi ma quasi tutte le colture ortofrutticole del territorio, un ritardo dovuto al clima, al caldo giunto in ritardo rispetto alle medie stagionali e anche in maniera improvvisa».
Sarebbe ancora lui, dunque, il mero responsabile: il clima, protagonista indiscusso di una storia vecchia come la notte dei tempi. Ché non c'è faccenda agricola il cui destino - suo e di chi la pratica - non si leghi indissolubilmente ai capricci del cielo e al suo mutare.

«Abbiamo avuto l'ultima grandinata all'inizio di giugno - spiega Luca Viva, titolare dell'azienda agricola Tenute Perrone di Campi Salentina - e le temperature sono state assolutamente anomale per il periodo. Poi il caldo è arrivato all'improvviso, andando in alcuni casi ad aggredire letteralmente le piante. Tutto questo ha provocato l'inevitabile ritardo nella maturazione dei frutti, ma non solo: può aver inciso anche sulle quantità e sulla qualità dei prodotti. Lo stiamo riscontrando non soltanto con i fichi, ma anche con i fichi d'india e con le mandorle, per esempio. Anche la raccolta delle uve da vino ne risentirà, la vendemmia partirà con un po' di ritardo, ma qui, in compenso, possiamo prevedere una qualità di prodotto eccellente, ad eccezione - e questo vale per tutte le coltivazioni - delle piante collocate lungo le zone colpite dalla grandine».
Si sono registrati ritardi anche nella maturazione delle uve da tavola, come è successo per l'uva Cardinal, storico prodotto coltivato a Guagnano, giunta sulle tavole assai dopo i suoi tempi consueti.
Che dire? Se sono fichi... prima o poi arriveranno sulle nostre tavole.
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