Affari fra mafia e politica? In Comune arriva la Commissione prefettizia. Rischio scioglimento per mafia

Affari fra mafia e politica? In Comune arriva la Commissione prefettizia. Rischio scioglimento per mafia
di Valeria BLANCO
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Mercoledì 26 Giugno 2019, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 12:16

Ci sono collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata di tipo mafioso? Dopo l'operazione dei carabinieri di Maglie, che all'alba di lunedì ha portato a trenta arresti per associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico di droga, Scorrano finisce sotto la lente della prefettura. Perché tra gli indagati per concorso esterno figura anche il nome del sindaco eletto nel 2017, Guido Stefanelli.

Sostenuto dal clan alle Amministrative, secondo quanto emerso dalle indagini, il primo cittadino avrebbe dovuto ricambiare con agevolazioni nelle concessioni per svolgere attività economiche sul territorio. In particolare, in ballo c'erano la concessione della gestione del parco La Favorita e del servizio dei parcheggi a pagamento. Ma al primo intoppo, anche Stefanelli si è trovato in campagna con un fucile a canne mozze puntato contro. E non ha mai denunciato l'intimidazione.

Si parte da qui per verificare fino a che punto l'amministrazione di Scorrano fosse compromessa. Per valutare se i condizionamenti fossero tali da turbare il normale svolgimento dell'attività dell'ente, l'imparzialità o anche il regolare funzionamento dei servizi ad esso affidati. Nell'arco di qualche giorno, come previsto per casi come questo dal Testo unico degli enti locali, il prefetto Maria Teresa Cucinotta nominerà i tre funzionari che andranno a comporre la commissione d'indagine, con poteri di accesso a tutti gli atti dell'inchiesta e dell'ente. La commissione giungerà alle sue conclusioni nel più breve tempo possibile, comunque non oltre i tre mesi (prorogabili per altri tre) e relazionerà al prefetto. Ed è a questo punto che il prefetto, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica, invia al ministero dell'Interno una relazione nella quale si dà conto della eventuale sussistenza degli elementi che potrebbero portare allo scioglimento del Comune e al successivo commissariamento.

Non una certezza, ma una possibilità. Se anche il Comune di Scorrano dovesse essere sciolto per mafia dal ministero dell'Interno, si tratterebbe del quarto caso in poco più di due anni in provincia di Lecce dopo gli scioglimenti, in ordine cronologico, di Parabita, Sogliano Cavour e Surbo.
A certificare l'accusa infamante di concorso esterno in associazione mafiosa, una serie di episodi e circostanze che, messi nero su bianco nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Sergio Tosi, gettano più di un'ombra sulla gestione dell'amministrazione locale da parte di Stefanelli. Emblematica una conversazione captata dagli investigatori, quando l'affare per La Favorita sembrava sfumare: in seguito a un incontro chiarificatore tra il clan e il primo cittadino (incontro tutt'altro che amichevole), Matteo Presicce chiede a Francesco Amato: «Ma tu gli hai detto come ti abbiamo fatto salire ti facciamo scendere?», ricevendo in risposta dei cenni affermativi.

È tutto qui il fulcro dell'inchiesta che ha travolto il sindaco Stefanelli: l'ipotesi è che abbia ricevuto i voti del clan - e grazie a questi sia stato eletto nel 2017 - e che in cambio si sia adoperato per favorire gli affari del clan stesso. Chi fa da tramite tra il sindaco e il gruppo malavitoso che fa capo alla famiglia di Giuseppe Amato è Massimiliano Filippo, 42enne di Scorrano, detto Cuoco, dipendente della cooperativa Nuova Era che ha come amministratore unico proprio Stefanelli.

Ma a destare preoccupazione è anche un grave episodio che emerge dall'ordinanza: quando l'aggiudicazione della gestione del parco comunale comincia a incontrare qualche intoppo burocratico, Francesco Amato, figlio di Giuseppe, pretende un incontro con il sindaco e si presenta con un fucile a canne mozze che punta contro Stefanelli, spaventandolo a morte. «Stavano piangendo sia l'uno che l'altro» rivela Amato intercettato. «Guido è sceso dalla macchina, veloce mi veniva dietro e mi toccava...

e pensava che gli sparavamo davvero». Un episodio che il sindaco non ha mai denunciato. Stefanelli, per bocca del suo legale, si dice estraneo ai fatti e fiducioso nell'operato della magistratura. Potrà chiarire la sua versione dei fatti già oggi, nel corso dell'interrogatorio di garanzia.

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