Hanno chiesto la messa alla prova i due ragazzi che oggi hanno 20 e 21 anni accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata e pedopornografia nei confronti di una ragazza che all’epoca aveva 16 anni e che si tolse la vita dopo la diffusione del video di quella violenza. L'istanza è stata sottoposta oggi al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale per i minorenni di Lecce, Aristodemo Ingusci (i due imputati avevano all’epoca meno di diciotto anni), che deciderà tenendo conto anche della richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Imerio Tramis.
LEGGI ANCHE Si toglie la vita a 16 anni. La famiglia presenta un esposto: «Andava sorvegliata a vista»
I due imputati sono il fidanzato della vittima e un suo amico. La ragazza, figlia di due professionisti leccesi, all’epoca stava vivendo un periodo particolarmente travagliato. Caduta in depressione, fu accolta in diverse comunità prima di essere ospitata in quella che diventerà la struttura in cui troverà la morte.
Era ad Andria: qui la giovane arrivò nel giugno dello scorso anno.
Parallelamente, anche a Lecce è stato aperto un fascicolo d’indagine, su input del legale della famiglia, l’avvocato Massimo Bellini. È emerso infatti che proprio in quel periodo la ragazza fosse stata ripresa, da ubriaca, nel corso di un rapporto a tre con il fidanzato e un suo amico. E a quanto pare quel video fece poi il giro dei telefonini, finendo per aggravare le già precarie condizioni psicologiche dell’adolescente. L’inchiesta aperta dal pubblico ministerro della Procura per i minorenni, Tramis, è bene ricordarlo, non stabilisce un nesso tra la diffusione del video e la morte: si tratta di due episodi distinti, che tuttavia restituiscono un quadro inequivocabile delle condizioni in cui versava la vittima.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Milli e Stefano De Francesco.