A Surbo timori per i danni Il sindaco si rivolge all'Arpa

A Surbo timori per i danni Il sindaco si rivolge all'Arpa
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Martedì 18 Maggio 2021, 16:27 - Ultimo aggiornamento: 16:29

La notizia degli arresti eseguiti anche in paese, con l'operazione All Black, e dei rifiuti bruciati e tombati nel territorio di Surbo è arrivata all'improvviso ed ha gelato i surbini e il loro primo cittadino, Ronny Trio.

Il territoro ferito

Si sono svegliati e ritrovati tutti già perdenti in una lotta che, in quel territorio già fortemente vessato, va avanti da anni. Una lotta contro le discariche a cielo aperto e quegli enormi impianti per il trattamento dei rifiuti che nessuno vuole. Questa volta non è la solita lotta agli sporcaccioni, ai rifiuti abbandonati per strada, alle grosse società che, a sentir parlare i surbini lungo le vie e nei bar, vogliono solo sfruttare il territorio per un tornaconto personale, a scapito della salute pubblica e dell'ambiente. Questa volta c'è molto di più. I surbini su quei rifiuti interrati ci camminavano già.

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Già respiravano da tempo, evidentemente, i fumi dei rifiuti bruciati alla periferia del paese, a pochi chilometri dal centro cittadino, a poche centinaia di metri da masserie, resort di lusso, aziende agricole, agriturismi, location per eventi e dal quel sito Fai, l'Abbazia di Santa Maria a Cerrate, che è l'orgoglio di un intero territorio.

Quei rifiuti sono lì a pochi passi da loro, lungo la strada che conduce al mare. «Appena ho appreso la notizia mi si è gelato il sangue commenta il sindaco di Surbo Ronny Trio e io sono molto preoccupato per le risultanze di questo lavoro investigativo, perché emerge un quadro davvero inquietante in termini di inquinamento e sono davvero basito da quello che ho letto».

Il comune parte civile

Così come farà il comune di Mottola, anche Surbo ha comunicato che in caso di processo ha intenzione di costituirsi parte civile. E proprio su un eventuale inquinamento della falda acquifera e dell'aria il sindaco di Surbo aggiunge: «È quello che faremo subito insieme all'assessore all'Ambiente, Pierluigi Bianco. Valuteremo tutte le azioni da poter intraprendere per richiedere tutti i controlli necessari ad Arpa». Un'indagine senza precedenti che ha interessato il territorio di Surbo, quella avviata dalla Procura di Torino, e che ha interessato la Procura leccese, la Guardia di Finanza di Taranto e il Noe di Lecce. «Vorrei ringraziare la Procura della Repubblica e la Direzione Distrettuale Antimafia, insieme a Carabinieri e Guardia di Finanza, per questo lavoro meritorio e a loro va tutta la mia gratitudine, certamente questo non basta a lenire il dolore e la rabbia per come il territorio di Surbo sia stato deturpato e inquinato in maniera scellerata e in maniera, vorrei dire, quasi assassina. Rivolgo un appello non solo alle forze politiche, alla mia Amministrazione e ai consiglieri di minoranza, agli amministratori dei territori vicini, ma anche alla cittadinanza tutta continua Trio per dire che quando c'è qualcosa di cui sono a conoscenza, qualcosa che non va, che risulta anomalo, se vedono qualcuno che abbandona anche un sacchetto per strada, o dei mezzi che scaricano rifiuti, o sversano nelle campagne, invito tutti a denunciare immediatamente perché altrimenti ci ritroveremo, quando ormai sarà troppo tardi, ad aver un territorio inquinato in maniera irreversibile. Per contrastare questi fenomeni dobbiamo sentirci tutti parte di una comunità unita». I danni ambientali causati dal trattamento illecito dei rifiuti sono ingenti. I rifiuti abbandonati, tombati nel terreno, bruciati nella cava e smistati nei capannoni, sono di diversa natura. Si tratta di fanghi, plastiche, gomme, rifiuti ingombranti e guaine catramate dati alle fiamme e che potrebbero essere riconducibili a tutti quegli odori nauseabondi avvertiti negli ultimi due anni dai cittadini di Surbo e Trepuzzi. In tanti si sono lamentati in questi mesi, alcuni hanno anche presentato degli esposti. L'area in alcune zone dei due comuni di sera e soprattutto di notte era quasi irrespirabile. D'estate poi l'odore acre era forte a tal punto da costringere i cittadini a serrare le finestre. Pizzicorio in gola, bruciore agli occhi, difficoltà respiratorie erano solo alcuni dei sintomi che nei gruppi social in tanti lamentavano. Ma ad essere colpiti duramente, in tutti questi mesi, non sono stati solo i cittadini. A subire i danni sono state anche tante attività economiche presenti in zona. «Io sono preoccupato anche per questi impatti economici conclude Trio perché è chiaro che la notizia che un territorio sia stato oggetto di queste azioni criminali può lanciare all'esterno, verso le attività agrituristiche, un'immagine non proprio rassicurante. Ma faremo di tutto per salvaguardare e tutelare, per quello che potremo fare, il nostro territorio».
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