Nel Salento la fabbrica-scuola che insegna (anche) a creare l'extralusso

Nel Salento la fabbrica-scuola che insegna (anche) a creare l'extralusso
di Pierpaolo SPADA
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 17:53

«In piena pandemia il brand per il quale producevamo il 90% dei nostri capi ha cambiato strategia e da un giorno all'altro siamo rimaste senza commesse. È stato drammatico. Ma non ci siamo arrese. Abbiamo valorizzato quei rapporti che comunque avevamo curato nel tempo. E siamo riuscite non solo a rialzarci ma anche a moltiplicare il numero dei clienti e dei dipendenti, che oggi formiamo ad uno ad uno, proprio come una scuola».


È la storia di Fashion Academy srl. Ed è l'epilogo a renderla diversa da quelle di molte altre aziende che hanno provato a farsi largo nel complesso mondo del lusso. Messa in piedi trent'anni fa dalla famiglia Carrozzo, mosse i suoi primi passi come sartoria per conto di colossi come Benetton che, ben presto, però, delocalizzarono verso i lidi africani e asiatici. Riqualificarsi per riposizionarsi fu dunque un imperativo per la piccola realtà salentina che, dopo un lungo e ostico percorso, operativa nella zona industriale Galatone e sotto la guida delle sorelle Roberta e Alessandra, oggi sta rapidamente entrando nelle grazie dei più importanti gruppi internazionali del lusso, da un decennio ormai linfa vitale di buona parte dell'industria locale della moda.


«Chanel, Valentino, Givenchy, Alberta Ferretti, Burberry, Alexander McQueen e Dolce&Gabbana sono solo alcuni dei brand per i quali oggi produciamo. E facciamo tutto, il ciclo completo: dal taglio allo stiro finale. Consegniamo l'abito finito», racconta l'administrative manager, Roberta Carrozzo.

E non stiamo parlando di un laboratorio dell'indotto di grandi aziende salentine: «Noi - aggiunge la donna - lavoriamo su commesse diretta delle case di moda italiane e internazionali».

I risultati


E con risultati che parlano da sé. Nel 2022 il fatturato dell'azienda ha toccato quota 3 milioni di euro, il doppio rispetto all'anno precedente: «Potrebbe sembrare poco - riflettono le sorelle - però per noi è un traguardo molto rilevante, perché è frutto del nostro lavoro: non produciamo nulla all'esterno». All'interno della fabbrica sono presenti ormai quasi 50 tra operaie, tecnici e amministrativi. Tutte risorse preziose. E, in considerazione del boom di ordini che l'azienda sta vivendo, cominciano a essere pure poche: «Il problema - ammette Roberta, come quasi tutti i suoi colleghi fanno da un po' di tempo - è reperire personale formato. Ragion per cui, in coerenza con la nostra insegna, ci stiamo sempre più ponendo come una scuola per giovani allievi che vogliano diventare operai, modellisti, ma anche operatori marketing e sviluppatori, perché il nostro obiettivo è certamente quello di crescere ancora e, nel contempo, trasferire il nostro know how di artigianalità e competenza imprenditoriale alle nuove generazioni».


Molto più che un'idea: «Ci stiamo già muovendo in tal senso. Noi andiamo a scegliere i nostri dipendenti nelle scuole professionali e li formiamo in maniera continua in azienda. Intanto, collaboriamo con l'istituto Cordella. E in tal direzione vogliamo sempre più strutturarci, perché nel mondo della moda non c'è solo il design: le competenze che concorrono alla creazione di un capo sono tante e occorre definirle con una formazione mirata e specialistica».


Competenza, dunque. Ma anche diritti e supporto economico compongono il kit di cui Fashion Academy dota ogni suo addetto: «Noi vogliamo far sentire serene le persone che lavorano con noi. Ecco perché stiamo dedicando particolare cura anche al welfare. L'attuale momento storico caratterizzato dalla forte inflazione ci ha spinto ad adottare - spiega Roberta - un "Welfare Hub" con una nota banca, grazie al quale forniamo un contributo contro il caro bollette, rimborso benzina e rette scolastiche, bonus per acquisto testi universitarie e pagamento mensa scolastica. Siamo certe - afferma l'imprenditrice insieme alla sorella Alessandra, production manager - che il benessere e la crescita aziendale passi dal rispetto ed il benessere del dipendente».


Nella stessa ottica, l'azienda ha attivato una polizza che prevede anche un indennizzo nel caso di gravi insorgenze: «Così i nostri dipendenti possono prenotare una visita o altra presentazione sanitaria direttamente in un centro convenzionato, dimezzando gli abitudinari lunghi tempi di attesa del sistema nazionale». Il futuro? È nelle idee e linee programmatiche appena esposte. Sviluppo umano, professionale e sociale, non senza robusti e ulteriori investimenti in tecnologie, in funzione della maggiore precisione e automazione del processo produttivo e, dunque, della produttività, per esser - come quest'era impone - sempre più competitivi.
 

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