Paziente 90enne morto in ospedale, Scardia: «L'ambulanza non arrivò in ritardo»

Paziente 90enne morto in ospedale, Scardia: «L'ambulanza non arrivò in ritardo»
di Andrea TAFURO
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Venerdì 29 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:23

«Nessun ritardo o inadeguatezza nel nostro intervento. Ogni evento che interessa un mezzo del 118 resta cristallizzato nel server e non c’è motivo per dubitare della professionalità del personale sanitario impegnato nel servizio di emergenza e urgenza». Maurizio Scardia, responsabile del servizio 118 dell’Asl Lecce, di recente nominato anche coordinatore dei pronto soccorso della rete ospedaliera leccese, interviene per fare chiarezza in merito alla vicenda di un anziano di 90 anni morto dopo il ricovero in ospedale a Lecce il 9 giugno scorso, per cui i familiari avevano richiesto il soccorso del 118 e per cui - in base a quanto riportato dagli stessi - i soccorsi sarebbero arrivati in ritardo e i sanitari avrebbero, in un primo momento, sconsigliato il ricovero nel presidio ospedaliero. 

Scardia: «Telefonate registrate, nessun ritardo nei soccorsi»

«Siamo rammaricati per quanto accaduto ma è giusto fare chiarezza sulla correttezza del nostro intervento d’assistenza sanitaria – aggiunge Scardia - Dalla prima chiamata alle successive conversazioni è tutto registrato nei report, ed ogni movimento dell’ambulanza è geolocalizzato con tempi certi di partenza e d’arrivo. Il paziente è stato assistito ogni volta che è stato richiesto l’intervento. Non c’è alcun dubbio quindi sulla professionalità e tempestività dei nostri medici e operatori. Più in generale invece, in merito alle attese che a volte si possono registrare negli interventi – precisa Scardia - queste sono dovute solo all’enorme carico di lavoro a cui siamo sottoposti nell’ultimo periodo, tra covid, incidenti stradali e traumi estivi».

La ricostriuzione della Asl: «I parenti rifiutarono il ricovero»

Posizione del responsabile del 118, confermata anche nella ricostruzione del caso effettuata dalla direzione strategica dell’Asl Lecce. “Il 9 giugno 2022 alle 18.22 giunge al 118 una telefonata con richiesta di soccorso per un 90enne, classificato come codice giallo dall’operatore” – si legge nella nota dell’azienda sanitaria - L’ambulanza arriva a casa del signore alle ore 18.55. In seguito alle valutazioni del personale sanitario, i parenti rifiutano il trasporto del proprio congiunto in ospedale riferendo che avrebbero proseguito gli accertamenti tramite medico curante. Il giorno stesso alle 20.49 arriva nuova richiesta di soccorso per lo stesso paziente classificato nuovamente come codice giallo. La prima ambulanza arriva sul luogo alle 21.25, raggiunta a distanza di 12 minuti da altra ambulanza, richiesta dalla prima (il moderato ritardo è dovuto al tempo di vestizione impiegato dagli operatori perché, dai sintomi riferiti, l’uomo veniva classificato come “Link positivo” - caso sospetto Covid - per cui gli operatori avevano bisogno di Dispositivi di protezione individuale completi). All’arrivo – si legge ancora nella ricostruzione dell’Asl - gli operatori verificano un aggravamento (un codice rosso) e, dopo trattamento e valutazione dei parametri, compreso ecg on line, si decide il trasporto del paziente presso il PO Vito Fazzi di Lecce”. 
“In entrambi i casi – precisano dall’Asl Lecce - l’ambulanza è giunta a casa del paziente entro 35 minuti (se si considera il tempo tecnico necessario a effettuare il triage telefonico e la successiva procedura di vestizione a causa del sospetto caso covid positivo). Il paziente è stato soccorso in casa ad ogni chiamata, trattato farmacologicamente a domicilio, monitorato e trasportato nel Pronto Soccorso del Fazzi. Alla famiglia – conclude l’Asl leccese nella nota - giunga il cordoglio della Direzione strategica”. Intanto il caso resta aperto nell’inchiesta avviata dalla Procura di Lecce che dovrà chiarire se è vero che siano cadute più volte nel vuoto le sollecitazioni della famiglia del 90enne morto, per dare assistenza medica all’anziano che da un momento all’altro vide precipitare irrimediabilmente il suo stato di salute. 
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