Viterbo, bimbo ucciso dal padre. Il sindaco di Vetralla: «Una furia covata per mesi e non ce ne siamo accorti»

«Prima che venisse disposto l'allontanamento sembravano una coppia come tante»

Viterbo, bimbo ucciso dal padre. Il sindaco di Vetralla: «Una furia covata per mesi e non ce ne siamo accorti»
Viterbo, bimbo ucciso dal padre. Il sindaco di Vetralla: «Una furia covata per mesi e non ce ne siamo accorti»
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 17 Novembre 2021, 06:27

«La nostra è una piccola comunità e mi creda, negli anni non sono mancate le tragedie, ma questa non si potrà mai accettare: la furia contro un bambino innocente. È qualcosa di troppo grande anche solo da immaginare». Prima delle parole ci sono i respiri. Che sono lunghi e profondi e che servono al sindaco di Vetralla, Sandro Aquilani, per trovare la forza di rispondere e spiegare una tragedia che ha visto Mirko Tomkow uccidere brutalmente con una coltellata alla gola il figlioletto Matias, dieci anni appena.

Sindaco Aquilani che famiglia era quella di Tomkow?
«Una famiglia come tante ce ne sono a Vetralla e in tutto il mondo.

Vivevano qui ormai da anni, Marjola, la mamma di Matias, anche lei straniera, era impiegata come colf in diverse famiglie, il piccolo andava a scuola a Cava di Vetralla, la sua maestra è sotto choc perché era un bimbo vivace, integrato e molto intelligente».

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Lei ha avuto il tempo di verificare eventuali interventi del Comune o dei servizi sociali nella famiglia Tomkow ma non ha trovato nulla. Come si spiega questa tragedia?
«Credo che questa furia, esplosa ieri, sia stata covata per mesi, esattamente da quando il giudice ha firmato l'ordinanza di allontanamento per maltrattamenti in famiglia a carico dell'uomo. Non posso trovare altre spiegazioni utili a rintracciare un perché».

E a fronte di un provvedimento di allontanamento per maltrattamenti, possibile che da sindaco di una piccola cittadina non si sia accorto di nulla?
«No, ho saputo da poco dell'allontanamento, ma in strada, quando la incontravo, sembrava una famiglia come tutte le altre. La moglie andava a fare la spesa nel negozio di ortofrutta di mia nipote, ha una sorella che vive qui con il marito da anni e tutti insieme, magari la domenica, si concedevano la classica passeggiata in centro prima di pranzo. Non ho ricordi amari o particolari, non ho segnalazioni, non ci sono multe o violazioni a parte certo, l'ordinanza di allontanamento disposta dal giudice. Sono sindaco da pochi mesi, ma ho retto il Comune per cinque mandati, fatta eccezione del precedente e se ci fosse stata anche una sola ombra - per quanto poi i drammi familiari vengano nascosti con maggiore attenzione proprio nei piccoli centri - me ne sarei accorto, come molti altri».

 

Non le è mai capitato neanche di incontrare la signora Tomkow magari con un paio di occhiali scuri a coprire problemi e dolori?
«Assolutamente no, è una donna riservata, mai vista in evidente difficoltà».

Quindi lei non si è accorto di nulla fino al momento della tragedia.
«Per noi è un trauma, una ferita profonda che non si rimarginerà mai. La vita insegna ad ognuno di noi a sopportare tutto ma non si può pensare che un uomo, un padre, sfoghi la sua violenza sul figlioletto, questo no, non si sopporta».

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Come sindaco pensa di proclamare il lutto cittadino?
«Sarà il primo argomento che affronterò domani (oggi ndr) in Comune. È il minimo che possiamo fare per il piccolo Matias. Per la sera abbiamo già pensato ad una celebrazione in suo ricordo nella chiesta di Santa Maria del Soccorso».
 

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