Sono le 7,20 del mattino quando dall'Ospedale Spallanzani di Roma parte la campagna di vaccinazione in Italia. I primi cinque volontari sollevano la manica sinistra del camice bianco e sanno che stanno entrando nella storia. C'è chi sorride, chi forse un po' di timore ce l'ha, ma il pensiero che da questo momento in poi potrebbe cambiare tutto, scatena l'entusiasmo all'interno dell'ospedale che è stato in prima linea contro il Covid-19 sin dall'inizio della pandemia. L’infermiera Claudia Alivernini, 29 anni, sfoggia il suo migliore sorriso e dice con sicurezza: «Facciamolo per noi e per i nostri cari. E’ un atto di amore e di responsabilità. Oggi è un giorno decisivo. Ho visto con i miei occhi quanto sia difficile combattere contro questo virus». Con lei la biologa Maria Rosaria Capobianchi, che nel febbraio scorso è stata tra le prime a diagnosticare il virus. E' «emozionata e orgogliosa», così come l’operatore sanitario Omar Altobelli: «I no vax sbagliano - dice commosso -. Sono contento di essere una “cavia”. Dedico questo momento a tutti coloro che non ce l'hanno fatta, e anche ai loro parenti, con i quali abbiamo sofferto in questi mesi».
Vaccino Covid, parte la campagna: chi avrà la precedenza e chi non potrà sottoporsi alla profilassi
I primi vaccinati
Sono loro, tutti dipendenti dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma, ad aver ricevuto le prime dosi di vaccino contro il coronavirus.
La situazione
Allo Spallanzani sono ancora ricoverate 173 persone, non è certamente vinta la battaglia contro il virus. Ma è un momento fondamentale che dovrebbe portare a intravedere l'uscita del tunnel. «Ricordo a marzo - continua Vaia - quando dicevo: non abbiate paura, ce la potremmo fare. A maggio ho insistito per convincere le persone a non abbassare la guardia. E oggi sono altre le speranze, anche se tutto sarà finito quando avremo la certezza che l'intera popolazione è stata vaccinata». Al V-day stanno presenziando il ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. «Dobbiamo resistere ancora alcuni mesi - afferma Speranza - Questo vaccino è la strada che serve per chiudere una stagione difficile. Non è finita e serve il rispetto delle regole». E aggiunge: «Ripenso a quando mi telefonarono per avvertirmi che erano stati ricoverati allo Spallanzani i primi 2 cittadini cinesi, in Italia per turismo, con il sospetto di aver contratto il Covid. Ora abbiamo uno strumento che ci consente di vincere la battaglia ma serve ancora tempo, prudenza e cautela. In questi mesi gli italiani hanno dimostrato di essere all’altezza della sfida e lo dimostreranno di nuovo. Insieme vinceremo».
«Giornata emozionante»
«Una giornata emozionante - interviene il commissario Arcuri -, nei Paese Ue è partita la campagna vaccinale. Sarà un vaccino gratuito e per tutti, ma non obbligatorio. Per raggiungere l’immunità di gregge serve che l’80% degli italiani si vaccinino». Nella giornata di oggi verranno vaccinati, sempre allo Spallanzani, 130 tra medici, operatori sanitari e infermieri. Il direttore sanitario Vaia sarà l'ultimo. E poi ognuno di loro vaccinerà gli altri, in una sorta di passaggio del testimone per l'immunizzazione. Al momento, il Lazio dispone di 955 dosi, ma l'assessore alla Regione Alessio D'Amato sottolinea: «Stiamo facendo di tutto per avere le altre. Il programma prevede che si vaccinino 180mila operatori sanitari, iniziando dalle Rsa e dagli ospedali». Sulle polemiche per possibili ritardi nell'arrivo delle dosi, precisa: «Il problema non è la somministrazione, ma avere le quantità necessarie: a regime possiamo fare 1 mln di somministrazioni al mese».
Oggi l’Italia si risveglia. È il #VaccineDay.
Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus.— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) December 27, 2020