SAN BENEDETTO - Turisti con la valigia in mano: sono quelli che si incontrano davanti agli chalet e cercano disperatamente un posto-ombrellone ma anche quelli che, nelle hall degli alberghi aspettano di tornarsene a casa. Coinvolge tutta la città - non solo i concessionari di spiaggia - il caso delle file di ombrelloni che sono state rimosse per l’occupazione abusiva di suolo demaniale. Lo diventa a ridosso del Ferragosto quando c’è maggiore necessità di accoglienza.
La protesta
E se a perdere le staffe è un imprenditore come Nicola Mozzoni, presidente dell’Assoalbergatori, dotato di una pazienza di Giobbe, ecco che la situazione evidentemente è precipitata. «Gli hotel - spiega - o hanno uno chalet dell’albergo o sono collegati a stabilimenti balneari ai quali prenotano un certo numero di ombrelloni più o meno in base alle camere: da noi, al Relax, sono 120 quelli che servono.
Lo stallo
E mentre quindi si fanno i conti con le disdette in hotel, anche gli stabilimenti non sanno più dove mettere i loro clienti storici stagionali, figuriamoci quelli occasionali o pendolari che rappresentano però il valore aggiunto. Ieri molti si aggiravano sul lungomare passando di stabilimento in stabilimento, ricevendo solo dinieghi. Tra i timori dei titolari poi c’è quello che anche molti, pressati come sardine per recuperare spazi o quelli senza più posto, se ne vadano facendo causa o senza onorare il dovuto visto che non è possibile prestare il servizio. Aver venduto poi ombrelloni su uno spazio abusivo potrebbe addirittura configurare la truffa. Insomma è la settima di Ferragosto e la spiaggia è nel caos più totale.