Torino, spara alla compagna malata e poi si uccide: «Ora non soffrirà più, vi chiedo scusa»

Il dramma a Strambino. Corrado Aramino e Silvana Laurent erano scomparsi da cinque giorni, il decesso risalirebbe a tre giorni prima del ritrovamento dei corpi

Torino, spara alla compagna malata e poi si uccide: «Ora non soffrirà più, vi chiedo scusa»
Torino, spara alla compagna malata e poi si uccide: «Ora non soffrirà più, vi chiedo scusa»
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 14:03

Dramma alle porte di Torino. Un uomo di 71 anni, Corrado Aramino, ha sparato alla compagna, la 63enne Silvana Laurent, prima di uccidersi con un'altra pistola. È accaduto ieri a Strambino. Sull'omicidio-suicidio non ci sono dubbi.

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A confermarlo, due biglietti lasciati dall'uomo prima di uccidere la compagna, da tempo affetta da gravi disturbi psichici: «Non ha sofferto e non soffrirà più. Chiedo scusa». I corpi sono stati ritrovati a bordo della Fiat Panda dell'uomo, nel cortile di un cascinale di proprietà del 71enne, utilizzato da tempo come segheria. Corrado Aramino, diperato per la grave malattia che aveva colpito la compagna, ha preso le due pistole che deteneva regolarmente e ha fatto fuoco prima contro di lei e poi contro sé stesso.

L'allarme era partito dai familiari, che da cinque giorni non avevano più notizie.

I carabinieri, a quel punto, battendo tutti i luoghi in cui poteva trovarsi la coppia, hanno scoperto ieri il dramma: secondo il medico legale, l'omicidio-suicidio sarebbe avvenuto tre giorni prima. Si attende ora l'esito definitivo dell'autopsia, anche se sulla dinamica restano pochi dubbi. Corrado Aramino era un agricoltore molto noto in paese. Silvana Laurent, originaria della Valle d'Aosta, era impiegata come operatrice socio-sanitaria in una comunità di Gressoney. Vivevano da tempo in una casa alle porte del centro di Strambino, a circa quattrocento metri dal cascinale in cui si è consumata la tragedia. In quei biglietti, secondo gli investigatori, tutta la disperazione dell'uomo, talmente forte da convincerlo a sparare per porre fine alle sofferenze. Quelle della compagna, certo, ma evidentemente anche alle sue.

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