Allarme siccità in Piemonte, il governatore Cirio ha inviato la richiesta di stato di calamità per l'agricoltura

Desta sempre più preoccupazione la siccità che sta colpendo soprattutto il nord Italia

E' scattato anche in Piemonte l'allarme siccità: il governatore Cirio si sta mobilitando
E' scattato anche in Piemonte l'allarme siccità: il governatore Cirio si sta mobilitando
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Giovedì 16 Giugno 2022, 21:33

Allarme siccità anche in Piemonte. Il governatore Alberto Cirio ha inviato a Roma la richiesta di stato di calamità per l'agricoltura. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha annunciato la costituzione di un Comitato di coordinamento nazionale degli Osservatori presso le Autorità di bacino. «Stiamo costituendo un tavolo politico istituzionale di alto profilo - ha detto - per fare un quadro d'insieme delle misure a livello nazionale». Non si tratta, tuttavia, di un problema che riguarda solo il bacino padano. L'emergenza acqua si sta infatti rapidamente estendendo al Centro Italia, secondo il report dell'associazione dei consorzi di bonifica, che parla della «prima stagione in cui si evidenziano in maniera massiva le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla Penisola».

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Desta sempre più preoccupazione la siccità che sta colpendo soprattutto il nord Italia con il Po, il grande assetato, che restituisce la fotografia di un'emergenza enorme.

Ma con l'allarme che si sta estendendo rapidamente anche al centro.

In giornata, Coldiretti Torino ha chiesto alla Regione Piemonte lo stato di calamità per risarcire gli agricoltori colpiti dagli effetti della siccità e delle alte temperature. Secondo l'associazione a rischio sono soprattutto «le colture di mais e i prati stabili a foraggere, con diminuzioni dei raccolti che costringeranno gli allevatori a comprare fieno e mangimi a prezzi letteralmente impazziti che vedono rincari di oltre il 100% per effetto delle speculazioni sulla guerra in Ucraina». Coldiretti spiega che nella seconda decade di giugno  i danni per la siccità «ammontano già a oltre il 20% dei raccolti. Cifre che mettono a rischio la sopravvivenza di un comparto tipico dell'agricoltura del Torinese come l'allevamento bovino da carne e latte, che affrontano anche l'aumento dei costi dell'energia impiegata per esempio per il raffrescamento e la ventilazione forzata degli spazi di stabulazione degli animali». 

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