Riaperture, test a chi arriva dalla Lombardia: anche il Lazio vuole gli esami

Riaperture, test a chi arriva dalla Lombardia: anche il Lazio vuole gli esami
Riaperture, test a chi arriva dalla Lombardia: anche il Lazio vuole gli esami
di Marco Conti e Diodato Pirone
4 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Giugno 2020, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 16:48

«Un rischio c’è e sarebbe sbagliato non riconoscerlo, è chiaro che riaprendo i viaggi fra le Regioni in 3 giugno un rischio lo stiamo assumendo poiché il rischio zero ora non esiste ma ci arriveremo solo quando ci sarà il vaccino. Fino ad allora si tratta di assumersi dei rischi ponderati e di provare a gestire una fase diversa». Così Roberto Speranza ha spiegato le prossime mosse del governo ieri a “1/2 ora in più” su RaiTre. Il ministro ha fornito anche un’altra valutazione importante: «Per il rischio zero avremmo dovuto conservare un lockdown assoluto per mesi ma il Paese non avrebbe retto». Una presa di posizione che continua a non convincere tutte le Regioni alcune delle quali avrebbero preferito una maggiore prudenza visto che anche ieri la gran parte dei 355 nuovi contagi erano concentrati in Lombardia, Piemonte e Liguria.

LEGGI ANCHE --> App Immuni, da oggi si potrà scaricare sugli store di Apple e Google

Con estremo garbo, con l’evidente obiettivo di evitare che il confronto scada nel tifo da stadio Sud contro Nord e viceversa, anche ieri Lazio, Campania e Toscana hanno fatto presente le proprie perplessità. Nel Lazio l’assessore alla Sanità. Alessio D’Amato, ha ribadito la propria preoccupazione per gli aeroporti e le stazioni e ha fatto sapere di valutare l’ipotesi di mantenere un controllo per i passeggeri in arrivo da Milano, Torino e Genova con la possibilità di test rapidi del sangue che verifichino la presenza di anticorpi. Anche la Campania intende proseguire i controlli che già fa presso stazioni e aeroporti. La Sicilia registrerà i turisti che sbarcheranno. Non è chiaro cosa farà la Sardegna dopo l’addio all’improbabile passaporto sanitario chiesto dal presidente Christian Solinas.

Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha promesso una nuova riunione a breve della conferenza Stato-Regioni ed è possibile che in quella sede alcuni governatori tornino a chiedere al collega della Lombardia Attilio Fontana di assumere provvedimenti restrittivi della circolazione infra-regionale. Per sapere l’effetto che hanno avuto le aperture decise il 18 maggio, occorrerà attendere l8 giugno quando saranno trascorse tre settimane e si capirà se l’aumento della circolazione delle persone ha prodotto nuovi contagi. Ciò che permette di affrontare la riapertura del 3 giugno è anche la diminuzione dei posti in terapia intensiva. In Lombardia sui 1700 disponibili sono impegnati attualmente 170 e ancora meno sono quelli occupati nelle regioni dove il contagio si è sviluppato con maggiore forza, come in Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.

Proprio l’ultimo giorno del blocco il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà a Codogno dove tutto è cominciato. Nel frattempo le regioni meno colpite, e spesso anche meno attrezzate, si attrezzano con i test che vorrebbero fare a tutti coloro che vengono dalle regioni più colpite. Per ora non sembra esserci nulla di certo, ma Sicilia, Sardegna e Lazio stanno cercando di organizzarsi anche se non è facile realizzare test massicci senza scoraggiare il turismo. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca, capofila del “no”, ha già annunciato «controlli e test rapidi con accresciuta attenzione». «In Sicilia i turisti saranno tracciati», sostiene il governatore dell’isola Nello Musumeci. Per il governatore del Veneto Luca Zaia comunque «ci vorrà un Dpcm che interrompa il blocco», ma l’esecutivo ha escluso nuovi interventi.

Da questo pomeriggio intanto la app anti-Coronavirus Immuni per il tracciamento dei contatti sarà disponibile da scaricare per i cittadini italiani. Chiunque in Italia potrà ottenere l’app sul proprio smartphone ma questa, per il momento, sarà attiva esclusivamente nelle 6 Regioni che aderiranno alla fase di sperimentazione. Puglia, Liguria, Abruzzo e Marche sembrano certe, Emilia Romagna e Friuli devono dare ancora l’assenso: i governatori non hanno sciolto i dubbi. I test quindi stanno per iniziare (probabilmente a partire dal 5 giugno): Immuni dovrebbe entrare a pieno regime al massimo entro la metà del mese di giugno, fermo restando che manca ancora il via libera definitivo del Garante per la Privacy.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA