Terminillo, Davide l'escursionista morto tradito dal ghiaccio: ecco come si affrontano le montagne

Escursionista morto sul Terminillo, dalle Alpi all'Appennino attrezzatura e preparazione sono fondamentali
Escursionista morto sul Terminillo, dalle Alpi all'Appennino attrezzatura e preparazione sono fondamentali
di Stefano Ardito
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Sabato 28 Dicembre 2019, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 08:54

Non ci sono montagne assassine, né in Himalaya né sulle Alpi. Sull'Appennino, che ha una quota più modesta, le trasformazioni legate al clima sono più forti che altrove. Le statistiche del Soccorso Alpino mostrano come le prime settimane dell'inverno, poca neve ma ghiaccio abbondante, sono il momento più pericoloso. Quest'anno l'alternanza di vento caldo e di pioggia anche ad alta quota hanno reso Gran Sasso e altri massicci ancora più infidi. Le vittime di questi giorni sono quasi tutte alpinisti che hanno commesso errori o sopravvalutato le loro capacità. L'ultima, di ieri, Davide Pizzolato, 47 anni, era vicepresidente del Cai di Vicenza: è scivolato, presumibilmente per il ghiaccio, dal canalone centrale del Terminillo. Oltre i 1500 metri, l'escursionismo delle passeggiate non esiste: dalle Alpi all'Appennino attrezzatura e preparazione sono fondamentali.

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Il meteo. Occhio agli sbalzi di temperatura.
Gli incidenti avvenuti in questi giorni sull'Appennino sono anche una conseguenza del meteo. La combinazione tra le nevicate molto scarse, e le temperature elevate di giorno e rigide di notte fa sì che i versanti esposti a sud delle vette sembrino in condizioni estive, e quelli più freddi siano completamente corazzati di ghiaccio. Hanno complicato le cose, e reso le condizioni più pericolose, le raffiche calde di libeccio (o garbino) e le piogge cadute anche a 2000 metri, che hanno rivestito molti versanti di ghiaccio vetrato. Occorre un cambiamento radicale del meteo, con nevicate copiose e persistenti per potersi dedicare allo sci di pista, alle ciaspole e agli altri sport della neve.

Le guide. professionisti per le scalate.
Sui monti dell'Appennino, dalla primavera all'autunno, operano accompagnatori di media montagna, guide ambientali escursionistiche e guide dei Parchi. D'inverno, quando le cime sono rivestite di neve e di ghiaccio, le uniche figure professionali alle quali affidarsi sono le guide alpine, che hanno la stessa preparazione dei loro colleghi della Valle d'Aosta o del Trentino. I recapiti delle guide si trovano sui siti dei collegi regionali, o facilmente sul web. La Regione Lazio non ha mai ratificato la legge regionale in materia, e le guide alpine di Roma e dintorni aderiscono ai collegi delle regioni vicine. Molte guide, spesso organizzate in scuole, propongono corsi di alpinismo e uscite di iniziazione all'alpinismo invernale.

 

 

Soccorsi. Una chiamata per il Cnas.
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) è presente in tutte le Regioni italiane, ed è in grado di operare con grande efficienza sul Terminillo e sul Gran Sasso come sulle Dolomiti e sul Monte Bianco. Quando il meteo lo consente, nelle operazioni vengono utilizzati gli elicotteri. In caso di incidente, il CNSAS può essere contattato tramite il 112, il 118 e gli altri numeri di emergenza nazionali. Se si chiama, è fondamentale indicare all'operatore il luogo esatto dove ci si trova, e spiegare l'accaduto senza tralasciare nessun dettaglio importante. Quando l'elicottero e la squadra di soccorso arrivano, specie se ci si trova in un luogo impervio, occorre seguire le indicazioni dei soccorritori.
 

Preparazione. Jogging e pesi non bastano.
L'alpinismo e l'escursionismo, soprattutto se praticati nella stagione fredda, richiedono una buona preparazione fisica, che si può ottenere con il jogging e con la ginnastica in palestra. Anche le lunghe camminate, a buon ritmo, aiutano l'organismo. Per affrontare in sicurezza l'Appennino in condizioni invernali, però, occorre avere anche una preparazione tecnica adeguata. Il modo più sicuro per ottenerla è frequentare uno dei numerosi corsi organizzati dalle Sezioni (più di un centinaio nell'Italia centrale) e dalle Scuole di Alpinismo del CAI, il Club Alpino Italiano. Si può scegliere tra corsi di escursionismo invernale, corsi-base di alpinismo e veri e propri corsi di arrampicata su roccia o ghiaccio.

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Attrezzi. Scarponi non pedule. 
Gli attrezzi fondamentali per muoversi in sicurezza sulla neve ripida e sul ghiaccio sono la piccozza e i ramponi.
La prima serve a tenersi in equilibrio e a fermarsi in caso di scivolata. I secondi, delle punte che si fissano agli scarponi (non alle pedule da trekking!), permettono di camminare senza scivolare. Se necessario, completano l'attrezzatura dell'alpinista invernale il casco, una corda e l'imbragatura. L'abbigliamento dev'essere tecnico e caldo. Piccozze, ramponi, scarponi e il vestiario si trovano in decine di negozi specializzati del Lazio, dell'Abruzzo e delle regioni vicine. Ma come qualunque altro attrezzo sportivo, l'attrezzatura alpinistica non serve a nulla se non si sa come utilizzarla correttamente.

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