Fase 2, spostamenti tra regioni: scontro sull'ipotesi 1° giugno. Pronte a riaprire quelle che confinano con il Lazio

Fase 2, spostamenti tra regioni: scontro sull'ipotesi 1° giugno. Pronte a riaprire quelle che confinano con il Lazio
Fase 2, spostamenti tra regioni: scontro sull'ipotesi 1° giugno. Pronte a riaprire quelle che confinano con il Lazio
di Simone Canettieri
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Mercoledì 13 Maggio 2020, 07:31 - Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 07:02

Ammettono da Palazzo Chigi: «Ci sono opinioni diverse perché non è stato ancora deciso nulla». In effetti ieri sera il premier Giuseppe Conte si trovava in una sorta d'imbuto: la complicata chiusura del decreto rilancio frutto di mille tensioni interne, l'arrivo delle nuove linee guida Inail-Iss e appunto le misure che dovranno scattare da lunedì 18 maggio. Tutto in una manciata di giorni. In queste ore va avanti uno scontro carsico dentro la maggioranza per le nuove misure che riguarderanno la vita degli italiani. Il ministro della Salute Roberto Speranza continua a essere netto: da lunedì «nessun libera tutti».

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Si potrà andare al ristorante con gli amici? «Ma non scherziamo, per me devono andare insieme al ristorante solo coloro che abitano insieme, nemmeno i congiunti nel senso classico». Figurarsi, invece, cosa pensi l'esponente dalla sinistra sul via libera alle visite tra amici. Dal Viminale, invece, sembra emergere un approccio molto più soft. Volto a eliminare gran parte delle restrizioni. In modo che scompaia del tutto l'autocertificazione, visto che dal 4 i controlli sui motivi per cui si esce da casa sono diventati ormai sterili. Su questo fronte c'è anche Italia viva di Renzi che chiede lo stop a questo tipo di documento protagonista, nelle mille versioni cambiate, della fase 1.

LA POSIZIONE DEM
Dal Pd c'è emergenza un'altra posizione ancora. «E' inutile parlare di spostamenti, congiunti e amici fino a quando non ci saranno i nuovi dati sulla fase 2 iniziata il 4 maggio, prima di quel momento è un dibattito senza senso», spiegano infatti dal Nazareno. Il M5S, invece, sembra estraneo dal dibattito. Eccetto Stefano Patuanelli, impegnato a spingere sulle riaperture e a convincere le imprese in rivolta per i protocolli troppo rigidi, il resto dei big grillini è impegnato in una guerra di posizione all'interno della maggioranza. A partire da Luigi Di Maio, sempre più in campo nel ruolo di leader complice la reggenza di Vito Crimi. I grillini sembrano poco interessati a ciò che accadrà da lunedì prossimo anche perché non hanno nemmeno un presidente di Regione. Tutti i governatori, di destra e di sinistra, in questa fase spingono per ripartire e riaprire il più possibile. A partire dai collegamenti extraregionali. «Bisogna far ripartire l'economia», dicono un po' tutti. Come racconta Marco Marsilio, presidente dell'Abruzzo in quota Fdi, «nelle nostre casse, a causa della sospensione dei tributi, mancano 5 miliardi di euro». E intanto la cassa integrazione in deroga continua a non essere erogata.

Il NUOVO PROVVEDIMENTO
Ancora non è stato deciso nemmeno come sarà il nuovo Dpcm che entrerà in vigore da lunedì prossimo. Sulla carta - ma il dibattito è più aperto che mai - dovrebbe intervenire sugli spostamenti tra regioni, revocare lo stop alle attività commerciali, confermare la sospensione dei grandi eventi in virtù del permanente divieto di assembramenti. Ma le materie da disciplinare sono tante. A partire, per esempio, dalla possibilità di incontrare e andare a trovare a casa gli amici. Il via libera a un'ipotesi del genere, che sembra non dispiacere al ministero dell'Interno, renderebbe inutile o quasi l'autocertificazione. Che a quel punto potrebbe rimanere solo per gli spostamenti tra regioni. Di sicuro la mano del governo da lunedì dovrebbe notarsi di meno, lasciando un ampio margine discrezionale ai governatori. Ma partendo appunto dal responso atteso per giovedì sui possibili nuovi contagiati nei primi giorni della fase 2.
 


La cautela degli scienziati, per i quali la vera svolta sarebbe dovuta arrivare il 1° giugno, spinge comunque l'esecutivo a non affrontare da lunedì gli spostamenti tra regioni diversi. Il via libera potrebbe scattare appunto due settimane dopo. C'è da capire se sarà gestito dai territori o dal governo centrale. Un tormentone destinato a continuare anche nei prossimi giorni.

Campania
Luce verde per gli arrivi

Alcune settimane fa il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, è arrivato a prefigurare il blocco dei confini regionali se le Regioni maggiormente contagiate avessero riaperto le loro attività troppo presto. Dal 4 maggio la Regione effettua test sierologici e controlli della temperatura a chi entra in Campania via treno o dalle autostrade (e finora non ha trovato neanche un positivo) ma non si oppone ad una riapertura degli spostamenti interregionali a giugno. «A patto - sottolinea De Luca - che l’epidemia resti sotto controllo».

Toscana
Si adeguerà all’esecutivo

La Toscana - ieri lo ha ribadito il presidente Enrico Rossi - per quanto riguarda la mobilità interregionale intende attenersi alle disposizioni del governo. Dunque nessuna opposizione se l’esecutivo deciderà di riaprire gli spostamenti fra le Regioni da giugno o, se i dati epidemiologici lo consentiranno, anche dal 25 maggio. Gli eventuali problemi per la Toscana comunque non potrebbero arrivare certo da Lazio e Umbria i cui dati sui nuovi contagi sono modesti quanto da Liguria ed Emilia dove l’epidemia è stata assai violenta.

Molise
Nessun ostacolo

Se il profilo dell’epidemia continuerà ad andare nella direzione intrapresa nelle ultime settimane, anche per il Molise non ci saranno ostacoli alla ripresa della circolazione fra le Regioni a basso contagio e con il Lazio in particolare. Dalle dichiarazioni formulate più volte dal presidente Donato Toma si evince che questa piccola Regione per quanto riguarda la mobilità interregionale si affiderà alle valutazioni del governo e del Comitato Tecnico Scientifico. Dunque via libera i viaggi interregionali dal primo giugno se non prima.

Umbria
Piano-turismo contro la crisi

Vista la bassissima curva del contagio, l’Umbria quasi non vede l’ora di poter riaprire i confini ai turisti. La governatrice Donatella Tesei spiega infatti che «siamo consapevoli che la nostra economia non potrà rialzarsi solo con la mobilità tra comuni». Ecco perché, spiega, «in Umbria il nostro turismo prevede già il distanziamento: borghi, agriturismi, laghi». Certo, quest’anno niente Umbria Jazz in estate, ma è uno scotto da pagare. «Nessun grande evento, ma sì ai villeggianti che saranno monitorati dalle strutture ricettive».

Abruzzo
Tutto pronto per la fase 2

Il governatore Marco Marsilio è pronto. La sua regione, che ha ben gestito l’allarme coronavirus, guarda alla fase 2. Un modo per ripartire, soprattutto dal punto di vista economica. Dall’esponente di Fratelli d’Italia non arriva alcuna preclusione a chi vorrà “entrare” in Abruzzo per le vacanze. Anzi. Il tutto - spiega - sempre mantenendo alta la guardia con controlli e monitoraggi costanti. Ma senza creare allarmismi: «Sono ritornati gli operai a L’Aquila e dai tamponi effettuati non c’è nemmeno un caso positivo».

Marche
Attesa per i dati epidemiologici 

Dopo la grande paura, adesso la situazione delle Marche, come va ripetendo da giorni il presidente Luca Ceriscioli è «sotto controllo». In virtù di un indice RT che si attesta sullo 0,23. Un calo della curva dopo appunto momenti molto drammatici. Ecco perché la linea delle Marche al momento è quella dell’attesa. E cioè di aspettare i dati di giovedì per capire gli effetti sui primi giorni della Fase 2. E in base a questo responso arriveranno le decisioni conseguenti, compreso il via libera ai trasferimenti extraregionali. 

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