AstraZeneca, 54enne napoletana in terapia intensiva dopo vaccino. I familiari: «Non aveva patologie pregresse»

AstraZeneca, 54enne napoletana in terapia intensiva. I familiari: «Non aveva patologie pregresse»
AstraZeneca, 54enne napoletana in terapia intensiva. I familiari: «Non aveva patologie pregresse»
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Lunedì 15 Marzo 2021, 17:39 - Ultimo aggiornamento: 19:43

Una donna è stata ricoverata in terapia intensiva in «gravissime» condizioni dopo aver ricevuto, lo scorso 1 marzo, la prima dose di vaccino anti Covid prodotto da AstraZeneca. Accade a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli), dove la 54enne Sonia Battaglia - questo il nome della donna ricoverata - ha ricevuto il vaccino del lotto ABV5811, che in queste ore è in via di sequestro in tutta Italia. La notizia è stata diffusa dai familiari, ed è stata confermata da fonti sanitarie: la donna, sottolineano i parenti, non aveva alcuna patologia pregressa e al momento si trova in rianimazione nell'ospedale del Mare di Napoli.

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Le parole del figlio

«Mia madre - ha raccontato il figlio di Sonia Battaglia, Raffaele Conte - è sempre stata una persona in salute, non aveva malattie.

Improvvisamente dopo aver fatto il vaccino ha cominciato ad avere febbre, poi a vomitare e ora è in rianimazione». La donna, si apprende, lavora nella segreteria dell'Itis Enrico Medi di San Giorgio a Cremano ed è stata convocata per il vaccino come tutto il personale scolastico, che ha ricevuto le dosi al centro dell'Asl Napoli 2: «Non voleva andarci - ha raccontato il figlio Raffaele, di 27 anni, insegnante - era molto spaventata, poi per senso civico, per riguardo verso gli alunni e i colleghi ha deciso di aderire».

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I sintomi

Dopo il vaccino Sonia Battaglia ha avuto un po' di febbre: «Dopo due, tre giorni - ha continuato il figlio - ha iniziato ad avere la febbre, poi le è passata. Ma il giorno dopo ha iniziato a vomitare forte tutto il giorno. Le abbiamo dato un farmaco che ha avuto effetto ma il giorno dopo ha ripreso a vomitare. Poi ha iniziato a storcere il labbro, non riusciva a parlare bene. Il 12 marzo, la sera abbiamo deciso di chiamare l'ambulanza, sono venuti a casa, l'hanno controllata ma ci hanno detto che non necessitava il ricovero e di tenerla sotto controllo a casa», così Raffaele Conte.

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Il peggioramento

I familiari sono sempre più preoccupati per le condizioni della donna, che non migliorano per tutta la notte: «Il 13 mattina - ha dichiarato il figlio - non riusciva a muovere il lato sinistro del corpo. Le chiedevamo di fare dei movimenti e lei pensava che stava muovendo il braccio, invece non era vero. A quel punto l'ho presa e l'ho portata io stesso all'Ospedale del Mare a Ponticelli. È entrata immediatamente e le hanno fatto una tac alla testa che ha evidenziato una emorragia cerebrale» così il figlio di Sonia Battaglia.

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Che poi conclude: «Poi ci hanno detto che aveva anche una occlusione dell'aorta causata da una placca. Ma non era finita, due ore dopo ci hanno detto che ha avuto dei trombi polidistrettuali e anche un infarto. A quel punto è stata messa in coma farmacologico e ora è in terapia intensiva. I medici non trovano una spiegazione, mia mamma era sanissima».

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