Silvia Romano, riscatto pagato in Qatar. C'è l'ipotesi scorta per gli insulti

Silvia Romano, riscatto pagato in Qatar. C'è l'ipotesi scorta per gli insulti
Silvia Romano, riscatto pagato in Qatar. C'è l'ipotesi scorta per gli insulti
di Claudia Guasco
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Martedì 12 Maggio 2020, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 11:16

È partita che si chiamava Silvia, torna come Aisha. Alle cinque del pomeriggio, dopo 18 mesi da una prigione all'altra tra il Kenya e la Somalia, Silvia Romano, 24 anni, è di nuovo a casa a Milano. «Ora quiete», invoca il padre Enzo. Sarà difficile, con metà quartiere sotto le sue finestre che applaude, grida il suo nome, porta mazzi di fiori e l'altra metà che appiccica volantini in cui si chiede se sia giusto pagare il riscatto per rimediare alla sventatezza delle Ong. I carabinieri scortano lei e la mamma fin dentro l'appartamento. La nuova Silvia che indossa il jilbab verde ha le guance arrossate dall'emozione e gli occhi lucidi. «Grazie. Grazie. Grazie. Sono strafelice», scrive alle amiche che le postano il video in cui la si vede scendere dall'aereo.

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LA MANO SUL CUORE
Il primo giorno di libertà lo trascorre in viaggio da Roma a Milano. Alla guida la mamma Francesca Fumagalli, dietro la sorella Giulia. Lunghe ore per parlare e ritrovarsi, dopo la separazione, il trauma del rapimento, la paura di non riabbracciarsi più. E capire cosa è cambiato in questo anno e mezzo. Quando scende dall'auto la madre trattiene a fatica le lacrime. «Sto bene. Per favore, rispettate questo momento», chiede. Silvia si cala dal viso la mascherina, sorride, si infila nell'androne. Al secondo piano della palazzina di via Casoretto si accendono le luci, sul balcone ci sono ancora i panni stesi lasciati dalla madre partita precipitosamente per andare a riprendersi la figlia. Che adesso si affaccia alla finestra, saluta, manda un bacio, appoggia la mano sul cuore. «Non frenare l'allegria, non tenerla tra le dita, ricorda che l'ironia ti salverà la vita», scriveva in uno dei messaggi dall'Africa, immortalata accanto ai «suoi» bambini.

L'AMICA
Un'amica che domenica l'aspettava sotto casa ricorda la sua strana preoccupazione per quei piccoli, l'ansia di tornare da loro, come se fossero in pericolo. «Sei sicura di volerlo fare?», le ha domandato. «Sì, devo», è stata la risposta. Sulla porta del condominio ci sono cartelli di benvenuto: «La terra ha tanto bisogno di persone come te». Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, manda un messaggio: «Tutti la sentiamo nostra figlia». Manifestazioni di affetto ma anche attacchi duri. Come il volantino incollato all'edicola dietro casa di Silvia. «Tanti di noi sono stufi di dover pagare i riscatti. Salvare una vita, meritevole, per metterne a rischio molte altre?», si legge. Matteo Salvini punta il dito contro il governo: «Mettetevi nei panni di quei terroristi islamici maledetti che hanno rapito questa splendida ragazza. L'hanno vista scendere col velo islamico, ha detto che è stata trattata bene, ha studiato l'arabo, letto il Corano, si è convertita, in più hanno preso dei soldi. Io penso che un ritorno più riservato avrebbe evitato pubblicità gratuita a questi infami». Replica il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Silvia è viva, sta bene. Adesso, per favore, un po' di rispetto»

SCORTA
In fondo alla strada c'è la chiesa di San Materno e don Enrico Parazzoli ha fatto suonare le campane a festa quando Silvia è stata liberata. «Mi hanno detto che ho trasformato il campanile in minareto, ho ricevuto qualche critica dai parrocchiani e dagli amici», dice il sacerdote. «Ho grande rispetto per la scelta di Silvia Romano e non mi permetto di giudicarla riflette - Trascorrere diciotto mesi di prigionia è qualcosa che non possiamo neanche immaginare. Se, a mente fredda, quando si sarà placato il clamore di questi giorni, lei reputa che l'Islam sia la risposta corretta per la sua esistenza, io sono solo contento». Ma non tutti sono altrettanto concilianti e da due giorni la rete si è scatenata in una ridda di insulti contro Silvia Romano. Tanto che la Prefettura sta valutando il tipo di tutela, fissa o mobile, a cui verrà sottoposta, mentre nelle prossime due settimane dovrà rimanere in isolamento domiciliare come prevedono le disposizioni per il contenimento del coronavirus. Da quando è arrivata davanti al palazzo in cui abita con la mamma e la sorella si sono piazzate quattro auto della polizia e due dei carabinieri, con agenti e militari disposti davanti al portone.
 

 
 
 

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