Il tema di questa rubrica è la guerra tra i sessi. Però esiste anche la guerra tra donne, quando il virus della discriminazione s’insinua tra femmine di un tipo e femmine di un altro.
I figli, ad esempio, sono un tema divisivo tra noi. Le squadre sono due: le madri e le non-madri. Quante volte, in ufficio o tra amiche, si sente: “ma cosa ne sai tu che non hai figli?”. Oppure “quando sarai madre capirai” o “ma beata te che devi pensare solo a te stessa e agli aperitivi”. Frasi che le madri buttano là all’amica o alla collega non-madre. Lo fanno con leggerezza o, meglio, con la pesantezza di chi magari si è svegliata di notte per accudire il pargolo e siede al lavoro accanto all’altra che invece è fresca e riposata.
Io sono mamma e credo che dietro a quelle frasi non si nasconda chissà quale cattiveria.
E se invece fossimo tutte un po’ più generose tra noi? Le non-madri a immaginare gli sforzi che facciamo noi a crescere figli in una società che da una parte ci spinge a procreare e poi non ci sostiene da nessuna parte. Noi madri, invece, a pensare che la condizione di non-madre può essere subita – e allora davvero non è carino rimarcarla - oppure è una scelta. Eh sì: una donna ha tutto il diritto di scegliere di non avere figli e non per questo diventa quella che “non può capire le cose della vita”.
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Giornalista, autrice e conduttrice tv. Da anni realizza reportage di approfondimento su temi sociali, ambiente e sostenibilità. L'argomento che più la appassiona è la parità di genere. E' mamma di due bambini.