Per salvare il servizio sanitario nazionale bisogna intervenire subito con una riforma strutturale. Le risorse stanziate finora infatti non bastano. Le Regioni sono in difficoltà. E le cure non sono accessibili ovunque allo stesso modo per tutti. Ecco perché le 75 Società Scientifiche riunite in FoSSc (Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri ed Universitari Italiani) ieri a Roma hanno lanciato un appello al governo a potenziare gli ospedali e a destinare altre risorse prima che sia troppo tardi. Dopo anni di «tagli irresponsabili» alla sanità serve ora un vero cambio di rotta: nel 2024, il finanziamento del Fondo sanitario nazionale si attesta solo al 6,4% rispetto al Pil, e si stima un’ulteriore diminuzione al 6,3% nel 2025 e 2026, fino a scendere al 6,2% nel 2027. E il confronto con gli altri Paesi europei non è confortante: «Dal 2012 al 2021 - precisa Francesco Cognetti, coordinatore del Forum - l’incremento per l’Italia è stato solo del 6,4%, rispetto al 33% della Germania, al 24,7% della Francia e al 21,2% della Spagna».
IL REPORT
Per i pazienti che hanno bisogno di cure significa in sostanza rischiare di non trovare un posto libero nei reparti e dover restare in attesa anche per giorni su una barella del pronto soccorso (il cosiddetto boarding). E la ragione è nota da tempo: sono almeno 100mila i posti letto di degenza ordinaria che mancano e 12mila quelli di terapia intensiva. In dieci anni, poi, alcune strutture (il 9 per cento, ossia 95 in tutto) hanno persino chiuso i battenti, passando da 1.091 del 2012 a 996 nel 2022, costringendo così i pazienti a spostamenti maggiori. A complicare la faccenda, c’è poi la carenza del personale sanitario: entro il 2025, andranno in pensione 29mila camici bianchi. Andranno via anche 21mila infermieri: già ora nei pronto soccorso capita che ce ne sia uno solo ogni 25 pazienti.
I RISCHI
E se è vero che il Pnrr prevede di riservare l’8,3% dei fondi previsti alla Sanità, a conti fatti le risorse destinate agli ospedali sono dedicate solo per l’aggiornamento tecnologico e per la ricerca scientifica, ma per il potenziamento strutturale ed organico o per l’acquisizione di nuovo personale i soldi bisogna cercarli altrove.