Saman Abbas, trovate delle ossa a Maranello. Il Dna comparato anche con la ragazza scomparsa un anno fa

Carabinieri e procura reggiana ritengono sia stata uccisa dai suoi familiari

Saman Abbas, trovate delle ossa a Maranello. Il Dna comparato anche con la ragazza scomparsa un anno fa
Saman Abbas, trovate delle ossa a Maranello. Il Dna comparato anche con la ragazza scomparsa un anno fa
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Lunedì 4 Aprile 2022, 17:06 - Ultimo aggiornamento: 17:34

A Maranello, in provincia di Modena, sono stati ritrovate ossa e resti umani. E il Dna sarà prelevato e comparato con quelli di alcune persone scomparse negli ultimi mesi e mai più ritrovate. Tra queste c'è anche Saman Abbas, la ragazza di 18 anni sparita ormai un anno fa, il 30 aprile 2021 da Novellara (Reggio Emilia). I carabinieri e la procura reggiana ritengono che sia stata uccisa dai suoi familiari. Di recente è stata chiusa l'inchiesta a carico di cinque persone per omicidio e soppressione di cadavere. I resti, un teschio e altre ossa, in un sacchetto di cellophane con vicino degli abiti femminili, sono stati segnalati da un passante in un percorso ciclopedonale sull'argine del fiume Tiepido.

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La chiusura delle indagini preliminari

Cinque giorni fa sono state chiuse le indagini preliminari del caso: la 18enne pachistana era scomparsa tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara nel Reggiano, che si presume essere stata ammazzata. Cinque le persone iscritte nel registro del sostituto procuratore Laura Galli che ha inviato agli avvocati difensori l'avviso di notifica di conclusione indagini. Lo zio Danish Hasnain, i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq (tutti e tre in carcere a Reggio Emilia) e i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen (ancora latitanti, presumibilmente in patria) dovranno rispondere, in concorso, delle accuse di omicidio premeditato, sequestro di persona e soppressione di cadavere (ipotesi di reato riqualificata rispetto alla precedente formulata in "occultamento", non avendo gli inquirenti ritrovato il corpo). La chiusura delle indagini arriva dopo pochi giorni dall'ultimo interrogatorio di Nomanhulaq Nomanhulaq, l'ultimo in ordine cronologico ad essere arrestato in Spagna dopo una fuga di quasi dieci mesi e poi estradato.

Il 35enne si era avvalso della facoltà di non rispondere, negando ogni addebito sulla scia dell'altro cugino e dello zio; quest'ultimo è ritenuto l'esecutore materiale dell'uccisione, come da testimonianza del fratello minore della ragazza.

Ora, entro 20 giorni, gli avvocati difensori - Domenico Noris Bucchi, Luigi Scarcella, Simone Servillo e Maria Grazia Petrelli - potranno chiedere di visionare gli atti (7 faldoni per 5.000 pagine complessive) e poi depositare memorie difensive prima che il pm chieda il rinvio a giudizio. Ancora non vi è stata la fissazione dell'udienza preliminare che potrebbe essere calendarizzata per metà maggio. Il presunto movente del "delitto d'onore" - secondo un'arcaica usanza delle zone rurali del Pakistan - sarebbe riconducibile, secondo gli investigatori, al rifiuto di un matrimonio forzato con un cugino in patria da parte di Saman. La quale avrebbe voluto fuggire con il fidanzato, un connazionale inviso alla famiglia. Per questo era stata collocata in una comunità protetta per poi fare ritorno a casa dove avrebbe voluto prendere i documenti e scappare col suo ragazzo per sposarsi liberamente.

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