Willy Monteiro, Marco Bianchi in aula: «L'ho colpito solo al fianco. Non siamo mostri come ci hanno descritto»

Willy Monteiro, Marco Bianchi in aula: «L'ho colpito solo al fianco. Non siamo mostri come ci hanno descritto»
Willy Monteiro, Marco Bianchi in aula: «L'ho colpito solo al fianco. Non siamo mostri come ci hanno descritto»
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 18 Novembre 2021, 14:23 - Ultimo aggiornamento: 14:48

Marco Bianchi - imputato insieme al fratello Gabriele, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli - nega di aver inferto i colpi mortali al 21enne di Paliano ucciso Colleferro la notte tra il 5 e 6 settembre dello scorso anno durante un pestaggio. L'udienza è in corso davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Frosinone. E' la prima volta che gli imputati, accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, danno la loro versione dei fatti.

«Non ho colpito Willy al petto, con un calcio l'ho colpito al fianco sinistro e l'ho spinto.

Lui è caduto ma si è subito rialzato. Io poi sono andato via dai giardinetti e solo quando stavo in auto mi sono accorto che c'era un ragazzo a terra, ma non sapevo che fosse Willy. Che il ragazzo fosse morto lo abbiamo saputo quando il mattino dopo ci trovavamo in caserma e ci hanno arrestato».

Marco Bianchi ha risposto alle domande del pm Taglialatela: «Io non avevo capito che fosse successo qualcosa di grave perché non sarei mai partito con l'auto. Mentre eravamo in macchina un mio amico si è rivolto a Belleggia (altro imputato ndr) dicendo sei un pezzo di m…perché hai colpito quel ragazzo...». L'imputato nel corso dell'esame si è definito un «ragazzo semplice diviso tra sport e amici».

Marco Bianchi, al termine dell'esame del pm, ha detto: «Non siamo mostri, come ci hanno descritto le televisioni. Io  e mio fratello siamo stati gli unici a dire la verità. Gli altri non si sono presi le loro responsabilità. Se fossi stato io mi sarei assunto le mie colpe, come ho fatto sempre. Sari stato pronto a pagare- ha detto l'imputato rivolgendosi anche ai familiari di Willy - Non auguro a nessuno passare quello che sto passando io e non non posso immaginare cosa stiano provando i miei genitori». 

Dopo l'esame di Marco Bianchi, è stato ascoltato il fratello Gabriele: «E' un anno e mezzo che aspetto questo momento», ha detto all'inizio dell'esame. Gabriele ha negato di aver colpito Willy: «Ho dato un calcio al petto a suo amico, Cenciarelli, che è finto contro un'auto. Poi quando mi ha detto che lui non c'entrava niente, mi sono fermato, anzi mi è dispiaciuto. E ora mi scuso con lui e la sua famiglia».

Al pm che gli ha contestato che quasi tutti i testimoni hanno detto che il calcio sarebbe stato dato a Willy, Gabriele Bianchi ha risposto che secondo lui i testimoni sono stati «influenzati dai media. Ho visto la feccia di Colleferro parlare alle telecamere e dare la colpa a noi, solo per mettere la firma.  Anche i miei amici hanno ricevuto minacce di morte, lettere a casa, sono stati condizionati anche loro». Un racconto accalorato quello di Gabriele soprattutto quando riferisce sul ruolo di Belleggia: «L'ho visto sferrare un calcio al mento di Willy che poi cade a terra, ha provato a rialzarsi, ma Belleggia gli ha dato un altro calcio, come un infame, io o mio fratello non l'avremmo mai fatto».

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