Videocittà 2020, il direttore Dobrovich: «La cultura è un dovere e il Festival della Visione, oggi, è socialmente indispensabile»

Videocittà 2020, il direttore Dobrovich: «La cultura è un dovere e il Festival della Visione, oggi, è socialmente indispensabile»
di Elena Benelli
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Giovedì 1 Ottobre 2020, 15:51
Anche quest’anno Roma torna ad essere animata da Videocittà 2020, il Festival della Visione, ideato da Francesco Rutelli e diretto da Francesco Dobrovich, che accende i luoghi monumentali della Capitale con luci, immagini, suoni sempre inaspettati. Certo, rispetto alle precedenti edizioni, quella di quest’anno, la terza, che si svolgerà dal 2 al 4 ottobre al Giardino delle Cascate dell’Eur, ha presentato questioni organizzative ben più complesse, dovute all’imperversare della crisi sanitaria che avrebbe potuto scoraggiare gli organizzatori, soprattutto per le norme relative al distanziamento sociale.



“Invece”, proprio come spiega Francesco Dobrovich, direttore creativo della manifestazione, “queste difficoltà sono state interpretate come una sfida da Videocittà che ha risposto formulando nuove idee, nuovi contenuti e nuove modalità di fruizione, garantendo quanto necessario ad uno svolgimento in sicurezza.
«Del resto, Videocittà nasce in stretto contatto con il territorio ed è proprio in un momento di difficoltà come questo che chi si occupa di cultura ha il “dovere” di andare avanti con il suo lavoro. Il ruolo della cultura oggi assume un valore ancor più importante; perché diventa il mezzo per far conoscere, comprendere e vivere consapevolmente tutte le trasformazioni che caratterizzano la nostra epoca».



Direttore, ci può spiegare più approfonditamente il senso di un festival come Videocittà in una metropoli complessa e dai molteplici orizzonti come Roma?
«La condivisione di un’esperienza vissuta in uno spazio pubblico arricchisce il senso di comunità, indispensabile in un periodo come questo, in cui il distanziamento fisico imposto dalla crisi sanitaria non deve e non può diventare anche distanziamento sociale. Bisogna riconoscere che a Roma Videocittà sta diventando anche un punto di riferimento per la nuova industria audiovisiva legata all’innovazione».

Rispetto all’anno scorso, o all’epoca pre-covid, il rapporto tra uomo e immagine è cambiato?
«Con il Covid19 e il lockdown sicuramente c’è stato un boom dell’alfabetizzazione digitale, che ha aperto l’accesso alle nuove tecnologie alla totalità della popolazione. Quindi, anche quelle frontiere digitali che prima erano “luogo di contenuti” ad appannaggio di pochi, oggi sono note alla maggior parte del pubblico. A mio avviso, il digitale rappresenta una grande risorsa che offre maggiori opportunità di visibilità ai creativi emergenti».

«La vera innovazione però non può essere solo tecnologica me necessariamente anche sociale - aggiunge Dobrovich -  Non bisogna perdere di vista l’importanza dei rapporti umani, di creare alfabetizzazione non solo digitale ma anche comportamentale. In altre parole, il digitale non deve diventare sinonimo di isolamento e, proprio per questo, Videocittà propone anche quest’anno eventi live, facendo in modo che si crei un tutt’uno tra esperienza vissuta e “share"».

Videocittà 2020 si distingue dalle precedenti edizioni: dal 2 al 4 ottobre il festival sarà concentrato presso Il Giardino delle Cascate dell’Eur, un luogo fino ad oggi precluso al pubblico: si tratta di una necessità trasformata in meravigliosa virtù?
«Sin dalla prima edizione, nel 2018, Videocittà  è stata legata alle architetture monumentali. L'organizzazione quest’anno ha posto una sfida nuova e diversa, quella di trovare non solo uno spazio monumentale e caratteristico della città, ma anche in grado di garantire il pieno rispetto di tutte le norme sul distanziamento. Ebbene, il Giardino delle Cascate dell’Eur incarna tutte queste esigenze ed offre anche di più, dando la possibilità a Videocittà di partecipare ad un ampio progetto di valorizzazione e comunicazione della riapertura di un luogo magnifico completamente restaurato dopo oltre 60 anni di chiusura».

«I Giardini delle Cascate dell’Eur rappresentano la location ideale per Videocittà 2020, perché ci permettono di offrire al pubblico una programmazione sicura in un luogo meraviglioso che, oltre a raccontare la bellezza nascosta di Roma, ci consente di lanciare, in questo periodo difficile, un messaggio positivo, di apertura e rinascita alla città».

Come immagina  Videocittà l’anno prossimo? E come proseguirà la manifestazione nella prossima tappa invernale?
«Come direttore creativo mi immagino una Videocittà sempre più aperta e accogliente. Mi auguro che la nostra proposta possa scendere ancor più nel dettaglio per sviluppare programmi su tematiche attuali come il marketing, la comunicazione, i social network, la contaminazione con altre discipline artistiche».

«A gennaio 2021 sicuramente Videocittà proseguirà la sua corsa sul web. Videocittà diventerà Creator, patrimonializzando tutti gli eventi di Videocittà2020 attraverso la creazione di una library audiovisiva che animerà il suo nuovo canale YouTube».





 
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