Tiburtina, l’ira dei pendolari: «Due ore in più sui mezzi»

Tiburtina, l’ira dei pendolari: «Due ore in più sui mezzi»
di Camilla Mozzetti
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Domenica 11 Novembre 2018, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 11:03
«Finire all’Anagnina? Questo progetto non ha senso, si rischia di mettere in difficoltà centinaia di pendolari». Antonino Di Nicola è uno di loro. Ha 54 anni e da una ventina almeno fa il ferrotranviere. Ogni giorno parte da casa, a Lecce nei Marsi, (un piccolo comune abruzzese in provincia de L’Aquila) e arriva all’autostazione “Tibus” di Tiburtina. «Impiego poco meno di un’ora e mezza e da qui – spiega l’uomo – vado poi a prendere il treno per arrivare a Orte». In poco più di due ore «sono a lavoro, ma domani invece?».

Il suo destino, come quello di centinaia di persone, è appeso a un filo. Perché tra i limiti principali – che non potranno essere superati – c’è quello dello scambio ferroviario: la stazione Tiburtina a due passi dall’area pullman “Tibus” offre collegamenti su ferro in alta velocità che Anagnina non potrà garantire. «Mia nipote studia a Bologna – racconta Pasquina Fracassi, 61 anni, residente ad Avezzano – per lei andare e venire da casa sarebbe un inferno». E così, sabato pomeriggio intorno agli stalli dei tanti bus che da Tiburtina sono in partenza per Avezzano, L’Aquila o Teramo i pendolari non trattengono la rabbia: «Vogliono fare i grandi progetti sulla nostra pelle, non si rendono conto delle conseguenze». Il dito lo puntano contro il Campidoglio che ha palesato la volontà di chiudere l’autostazione “Tibus” e aprirne una nuova ad Anagnina. 

Qual è il problema? Che degli 8 milioni medi di passeggeri che usano l’hub, il 40% proviene da Est ovvero dall’Abruzzo, dal Molise, dalle Marche percorrendo l’A24. Solo i passeggeri abruzzesi sono 5 mila al giorno (quasi due milioni l’anno), fanno di conto i vertici di “Tibus” a cui il Comune non ha rinnovato la convenzione per l’uso dell’area. Giusto per rendere meglio l’idea: «Solo la “Tua trasporti” (la società abruzzese che equivale più o meno al Cotral laziale) – spiega Cristina D., dipendente della Biglietteria C dell’autostazione – dal lunedì al venerdì trasporta più di 400 pendolari ogni giorno». Poi si devono aggiungere tutte le altre società di trasporto: 90 compagnie complessive, il 60% delle quali serve l’area a nord est del Lazio. Arrivare ad Anagnina significherebbe percorre più chilometri con un prolungamento di quasi due ore per il viaggio. Sulla questione intervengono anche gli autisti: «Se non vogliono più far utilizzare questa zona – aggiunge Giuseppe Barile dipendente di una delle società private di bus – che creassero almeno un doppio snodo a Ponte Mammolo ad esempio o Rebibbia senza imporci per forza l’unica soluzione di Anagnina». Ma il Campidoglio non pare intenzionato a fare un passo indietro. 
Il progetto di delocalizzazione che l’Agenzia della Mobilità ha messo a punto in seguito a una delibera della giunta capitolina nel giugno dello scorso anno è diventato un caso politico. 

Dopo l’affondo del sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi – che ha detto: «Se la sindaca Raggi non vuole i pendolari dell’Abruzzo, vorrà dire che la nostra Regione non accoglierà più i rifiuti da Roma» –, subentra ora il presidente del consiglio comunale della città, Roberto Tinari. Consiglio straordinario – domani mattina alle 10 – nella sala meeting della stazione Tiburtina per discutere la delocalizzazione dell’Hub. «La decisione di Roma Capitale – spiega Tinari – allungherebbe di almeno un’ora gli spostamenti verso Roma dall’Aquila e da tutto l’Abruzzo, creando notevoli disagi». Tra l’altro la delocalizzazione comporterebbe dei costi per Roma Capitale dal momento che nell’area di Anagnina dovranno essere creati una sala d’attesa per utenti e autisti, biglietterie e uffici. La “Tibus” dal canto suo si era offerta di discutere con il Campidoglio, dopo la revoca della concessione, offrendo all’amministrazione un progetto di riqualificazione da 6 milioni di euro a carico della società che sarebbe stato messo a gara. Ma le comunicazioni tra palazzo Senatorio e vertici dell’autostazione non sono mai partite. 
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