'Spy story' a Tor Bella Monaca: una cimice nel comando dei vigili. «Scoperta per caso sotto una scrivania»

'Spy story' a Tor Bella Monaca: una cimice nel comando dei vigili urbani. «Scoperta sotto una scrivania»
'Spy story' a Tor Bella Monaca: una cimice nel comando dei vigili urbani. «Scoperta sotto una scrivania»
di Emilio Orlando
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Martedì 21 Giugno 2022, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 16:25

Vigili urbani spiati. Con una cimice nascosta in un ufficio. Il caso è scoppiato al VI Gruppo Torri della Polizia Municipale di Roma, più precisamente dalla squadra amministrativa, che si occupa di controllare le licenze commerciali, effettuare i sopralluoghi nel locali e verificare gli abusi edilizi nel quartiere di Tor Bella Monaca, la più grande piazza di spaccio di Roma.

La scoperta della microspia è avvenuta per caso nei giorni scorsi, quando un agente del gruppo ha sentito delle strane interferenze alla radio, mentre stava ascoltando la musica durante il servizio.

Nella canzone, a un tratto, si sono sovrapposte le voci di due persone, che stavano parlando tra loro. Voci che l'agente della Municipale conosceva molto bene: quelle dei suoi due colleghi che lavorano nell'ufficio accanto al suo. Una volta avviato il sopralluogo, fissata sotto una scrivania c'era una microspia perfettamente funzionante e potente, in grado di intercettare qualunque frase veniva detta in quell'ufficio che svolge un ruolo tanto delicato. La cimice è stata sequestrata dal comandante del Gruppo e ora sono in corso indagini per accertarne la provenienza.

 

Tre le ipotesi al vaglio degli inquirenti. La più accreditata è che la cimice sia stata piazzata nell'ambito di un'indagine per reati contro la pubblica amministrazione e che i vigili urbani dell'ufficio fossero sotto la lente degli inquirenti. L'altro spunto investigativo riguarda la famiglia Moccia, il clan che ha allungato i suoi tentacoli sulle attività commerciali di Tor Bella Monaca e che, grazie a una serie di prestanome, sta rilevando bar e frutterie che fungono da copertura all'attività di riciclaggio e spaccio gestita dalla famiglia legata alla camorra e vicina a Michele Senese, il boss della mala romana originario di Afragola. Infine gli inquirenti non escludono neanche che la microspia possa essere legata a una faccenda meno complicata: c'è anche l'ipotesi, infatti, che la microspia sia stata piazzata qualche vigile geloso per controllare le mosse di qualcun altro in ufficio.


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