Sos handicap, la Regione Lazio fa dietrofront sull'assistenza domiciliare ai disabili

Sos handicap, la Regione Lazio fa dietrofront sull'assistenza domiciliare ai disabili
di Lorena Loiacono
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Venerdì 7 Febbraio 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 09:25

Prosegue il braccio di ferro tra la Regione Lazio e le famiglie con assistenza domiciliare integrata: la riforma dell'Adi, infatti, ha messo in agitazione i tanti genitori di disabili, anche giovanissimi, che temono di restare senza assistenza infermieristica a partire dal 2021. La possibilità di una rimodulazione delle ore di assistenza complessive, integrando quelle sanitarie con quelle del sociale, leva il sonno a tante famiglie. L'allarme cresce di giorno in giorno e i pazienti chiedono di essere ascoltati direttamente in Regione, per chiarire una volta per tutte come si procederà con la riforma.

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Ma intanto dall'assessorato alla sanità, che nega qualunque riduzione delle ore, arrivano le rassicurazioni: «Si è svolta ieri (mercoledì ndr.) una riunione con tutte le direzioni sanitarie e i centri di assistenza domiciliare delle Asl del Lazio convocata per svolgere un primo monitoraggio sulle modalità operative spiegano dalla Regione ed e' stato chiarito che non vi è e non vi sarà alcuna riduzione di assistenza soprattutto per i cosiddetti casi gravi che potranno mantenere gli attuali livelli di assistenza». La direzione regionale ieri ha emanato una circolare alle aziende sanitarie per informarle di quanto discusso nella riunione: nella nota si legge che la volontà resta quella di mantenere gli attuali livelli di assistenziali a tutti i pazienti assistiti a domicilio.

«L'assistenza domiciliare - sottolineano dall'assessorato alla sanità - è una scelta strategica. Si stanno investendo importanti risorse e si è inoltre deciso di superare il meccanismo delle gare al massimo ribasso con il sistema di accreditamento delle strutture che erogano servizi domiciliari per offrire servizi di maggiore qualità all'utenza».
Ma le famiglie, riunite nel gruppo Fiere X Forza che raccoglie adesioni di giorno in giorno, vanno avanti con la loro battaglia: «Le rassicurazioni della Regione non ci fanno stare tranquilli - spiega uno dei papà maggiormente coinvolti nella battaglia, Emmanuel Mariani - alcune famiglie sono già state informate della riduzione delle ore. Parteciperemo all'audizione in Regione, probabilmente il 18 febbraio prossimo, e chiederemo che ci venga messo per iscritto quanto promesso. Altrimenti dal 1 gennaio 2021 il piano verrà attuato e tanti di noi si ritroveranno senza l'assistenza su cui contano. Non stiamo difendendo dei privilegi, è bene ricordarlo, ma i diritti dei nostri figli».
 

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