Roma, al liceo Orazio post choc del prof: «Mandano le figlie vestite come tr...»

La preside del liceo si è dissociata da quelle espressioni. Per il presidente Anp di Roma «il docente rischia anche il licenziamento»

Protesta al liceo Righi di Roma per le offese di una prof a una studentessa
Protesta al liceo Righi di Roma per le offese di una prof a una studentessa
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Sabato 19 Febbraio 2022, 21:07 - Ultimo aggiornamento: 21:29

Nuovo episodio di sessismo verso le studentesse a Roma. Dopo il caso Righi, dove una docente ha insultato un'alunna colta a fare un video con una maglietta da lei giudicata troppo corta, dicendole «Stai sulla Salaria?», ora nella bufera è finito il post Facebook di un professore che scrive: «Oggi facciamo una preghiera, anche laica, per tutti quelli che mandano le figlie a scuola vestite come tr...». Il docente - come racconta Repubblica.it - ha insegnato al Righi, è un filologo e da qualche mese insegna al liceo classico Orazio con un un contratto a termine dove si occupa del potenziamento di italiano, latino e greco e copre eventuali ore lasciate libere da insegnanti malati o mancanti.

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Lo screenshot con la frase incriminata è circolato velocemente nelle chat di studenti e genitori scatenando polemiche e una catena di reazioni di condanna. «A pochi giorni dallo scandaloso commento di una professoressa del liceo Righi anche al Liceo Orazio leggiamo qualcosa di inammissibile - scrivono gli studenti del Collettivo dell'Orazio - ci battiamo e continueremo a batterci per un ambiente scolastico equo ed inclusivo, nel quale nessuno debba vedersi giudicato». «La dirigente dell'Istituto, Maria Grazia Lancellotti - racconta uno degli studenti del Collettivo - ha confermato che il post è stato scritto da un supplente che sta insegnando all'Orazio e si è dissociata da quelle espressioni».

Gli studenti si stanno confrontando per ragionare su come comportarsi e se intraprendere iniziative anche per spingere la scuola a prendere posizione.

Sul post del professore è intervenuto Mario Rusconi presidente dell'Associazione nazionale dei presidi della Capitale che all'Adnkronos ha detto «va condannato immediatamente, per il linguaggio e l'offesa. Una persona che dice queste cose ha sbagliato mestiere, non può fare l'insegnante. Manca di autocontrollo». «Io credo sia un fatto di gravità pari a quello di Cosenza. In tal caso, - ha aggiunto Rusconi - i risvolti sarebbero penali e il docente rischia anche il licenziamento». 

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