Scavi a Roma, dal sottosuolo emergono resti funerari del II secolo

La scoperta in via Luigi Tosti, all'Appio-Latino: un'ara funebre di una 13enne perfettamente conservata, e i frammenti di un sarcofago con scene di caccia

Scavi a Roma, dal sottosuolo emergono resti funerari del II secolo
Scavi a Roma, dal sottosuolo emergono resti funerari del II secolo
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Martedì 3 Maggio 2022, 12:36

A Roma, durante alcuni scavi ordinari di manutenzione, emerge un tesoro dal passato: diversi resti funerari risalenti al II secolo d.C., tra cui un'ara perfettamente conservata di una ragazza morta a 13 anni e i frammenti di un sarcofago. Succede in via Luigi Tosti, all'Appio-Latino.

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Gli scavi, legati ai lavori propedeutici alla bonifica idrica della strada svolta da Acea Ato2, hanno consentito così le nuove scoperte della Soprintendenza Speciale di Roma diretta da Daniela Porro.

Lo scavo condotto da Archeo di Fabio Turchetta con la direzione scientifica di Angelina De Laurenzi, ha portato alla luce un edificio funerario che faceva parte della necropoli dell'antica via Latina con olle, urne cinerarie murate nelle pareti, sepolture a inumazione e resti in marmo di grande interesse.

L'ara della giovanissima Valeria è stata trovata a due metri sotto all'attuale piano stradale. Sull'epigrafe si legge la dedica: «Valeria P F Laeta vixit annis XIII m VII». La scritta, in capitale latina, secondo le prime ipotesi di studio potrebbe essere sciolta con la frase: «Valeria Laeta figlia di P[ublio] visse 13 anni e 7 mesi». Suggestiva anche la scoperta dei frammenti del sarcofago a lenòs - ovvero a vasca con gli angoli stondati - in marmo bianco. La decorazione a bassorilievo di uno dei pezzi presenta scene di caccia con una leonessa sovrastata a sinistra dal cavallo del cacciatore (di cui si conservano esclusivamente le zampe anteriori) e braccata sulla destra da un mastino.

 

Il colombario di piccole dimensioni, 4 metri per 3, probabilmente ipogeo, era realizzato nel banco naturale di tufo e costituito da possenti murature in opera cementizia di 80 centimetri ricoperte da un paramento in mattoni, opus latericium, di ottima fattura. Le pareti erano rivestite di intonaco dipinto di giallo e rosso, a emulare delle lastre marmoree. L'edificio è stato rinvenuto però fortemente danneggiato, tanto che non si può escludere, spiegano gli archeologi, che possa essere stata demolito durante l'urbanizzazione del quartiere, avvenuta negli anni Trenta del secolo scorso.

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