Roma, usura sul litorale. Le intercettazioni choc: «Se non hai un lira non mi interessa... ti apro la testa in due e ti squaglio»

La perquisizione in casa di uno degli strozzini
La perquisizione in casa di uno degli strozzini
di Emilio Orlando
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Mercoledì 30 Giugno 2021, 12:25 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 14:41

«Se non hai una lira non mi interessa... tu devi rispondere del debito punto e basta... che ti devo dire, che ti apro la testa in due... vedi che vengo lì e ti frantumo, domani mattina mi dai la macchina». Urlava così Leonardo Guiderdone, con tono minaccioso in una intercettazione telefonica con una delle vittime caduta nella rete dell'usura. «Non farmi inca...sennò vengo a casa tua e ti squaglio, ti faccio sparire», diceva sempre uno dei tre fratelli Guiderdone a un usurato.

Conversazioni, quelle intercettate dai carabinieri della compagnia di Anzio, che non lasciano spazio a dubbi. I gravi indizi di colpevolezza che riguardano, Gerardo, Leonardo e Vincenzo Guiderdone, Roberto Matta, Giuliano Scarcella e Daniele De Stefanis, tutti arrestati con l'accusa di usura ed estorsione, sono stati rafforzati dalle denunce e dalle dichiarazioni degli usurati. Le indagini coordinate dalla procura di Velletri, hanno messo fine al calvario di piccoli commercianti e imprenditori che si erano rivolti alla gang degli usurai del litorale dal 2015 fino al 2019.

Molte delle vittime avevano cominciato a chiedere presiti a strozzo, con tassi d'interesse altissimi perché si trovavano in un grave stato di necessità.

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L'aveva conosciuta su una chat per cuori solitari. 

Tra gli strozzati anche il titolare di un bar di Nettuno, che per un prestito di 15mila euro ne ha restituiti 74mila, il proprietario di un forno di Ardea, che ha firmato 29 cambiali da mille euro l’una per un prestito iniziale di poche migliaia di euro. Anche l’amministratore di una cooperativa di Pomezia, che a fronte di 10mila euro ne doveva ridare 18mila.

La famiglia Guiderdone è molto conosciuta sul litorale con  una catena di locali tra Tor San Lorenzo, Nuova Florida, Pomezia, Anzio e Nettuno. Vincenzo Guiderdone è stato presidente di due società calcistiche dilettantistiche, oltre che attivo in attività sociali e dall'apparente tratto umanitario e filantropico. Un personaggio, Vincenzo Guiderdone dalla doppia vita; imprenditore e filantropo agli occhi della gente, pericoloso usuraio senza scrupoli per le vittime. Le attività commerciali dei Guiderdone, erano il quartier generale dei loro affari illeciti e pericolose socialmente a cui dovrà essere applicata la misura di prevenzione patrimoniale ed il sequestro finalizzato alla confisca da parte del tribunale. 

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