Roma, truffe ai danni di operatori enogastonomici per 100 mila euro: 5 arresti

Un gruppo di cinque persone è in custodia cautelare in carcere perchè accusato di associazione a delinquere finalizzata alle truffe e sostituzione di persona.
Un gruppo di cinque persone è in custodia cautelare in carcere perchè accusato di associazione a delinquere finalizzata alle truffe e sostituzione di persona.
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Mercoledì 22 Settembre 2021, 12:37

Si è conclusa oggi l'operazione 'Mandrakata', coordinata dalla Procura di Roma, con cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per un gruppo di cinque persone residenti a Roma, Monterotondo, Cesano di Roma e Bracciano, accusate di reato di associazione per delinquere finalizzata alle truffe e sostituzione di persona.

Ordinavano prodotti alimentari e bevande spacciandosi per una società operante nel settore enogastronomico, attraverso account falsi. La banda, con a capo una donna, faceva tutto alle spalle delle società vittime della truffa, facendo arrivare tutti gli acquisti in alcuni garage presi in affitto nei pressi della stazione Tiburtina.

La merce, una volta stoccata, veniva quindi immessa in un mercato parallelo capace di far incassare al gruppo 100mila euro in 9 mesi. 

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Importante precisare che si è ancora in una fase di indagini preliminari e che le persone arrestate godono della presunzione di non colpevolezza. Fatto sta che, stando a quanto emerso fino ad ora, il provvedimento cautelare trae origine da un'indagine condotta dal dicembre del 2019 al settembre del 2020, dei carabinieri della Compagnia Parioli nel corso della quale sono state scoperte 14 truffe perpetrate ai danni di operatori commerciali nel settore enogastronomico.

Le modalità, come spiegato dall'Arma «prevedevano la creazione di account falsi di posta elettronica, attraverso i quali simulare ordini di merce provenienti da note società di forniture di beni e servizi nel settore alimentare; canalizzare la merce, ricevuta mediante artifizi e raggiri, in un sistema di mercato parallelo illecito presso cui realizzare profitti economici; suddividersi i ruoli attraverso la designazione della figura deputata alla gestione delle comunicazioni, delle basi di stoccaggio della merce, reperimento degli strumenti per la contraffazione di marchi e la gestione delle risorse nonché la suddivisione dei guadagni illeciti; attrarre nella rete delle vittime società con sedi legali in varie parti del territorio nazionale». Le truffe, infatti, non sono state compiute solamente a Roma ma anche a Trento, Bari e Prato. 

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