Roma-Lido, un treno chiamato desiderio: una settimana di disagi, tra corse in ritardo e vagoni pieni

pensolari_roma-lido_ostia
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di Lorena Loiacono
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Lunedì 20 Settembre 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:41

Una settimana di trasporti a mezzo servizio, tra corse saltate e traffico in tilt: a Ostia è sempre caos. Lunedì scorso la ferrovia Roma-Lido “inaugurava” infatti le corse ridotte, con la chiusura di tre fermate su 13: cancelli sbarrati (ad esclusione del fine settimana) per Stella Polare, Castel Fusano e Cristoforo Colombo. In questo modo, sulla carta, le corse più corte sarebbero state in orario.


Ma così non è. Il bilancio di questa prima settimana, infatti, non è lusinghiero: i pendolari hanno avuto mattinate da incubo con treni sovraffollati, dove il distanziamento sembra essere stato cancellato, e corse saltate: «A cosa serve aver tagliato le fermate - denunciano le persone in attesa sulla banchina - se i convogli arrivano comunque tardi?». Il problema si concentra nelle ore di punta, dalle 7 alle 9 di mattina e poi di nuovo a metà pomeriggio. Al momento girano solo 5 treni al giorno. «Spesso i ritardi non vengono segnalati - si lamentano i passeggeri - i treni del mattino arrivano sempre 10-15 minuti dopo l’orario previsto». 

Venerdì scorso la Regione Lazio ha presentato un progetto di rilancio per la Roma-Lido ma la tensione resta alta: «Andremo sotto la Regione a fine mese per rivendicare i nostri diritti.

Secondo quest’ultimo progetto, abbiamo capito che vedremo arrivare il primo treno nuovo non prima del 2025 – spiega Maurizio Messina, portavoce del Comitato pendolari Roma Lido – mentre il primo treno revisionato dovrebbe entrare in esercizio soltantoc nella prossima estate. Quindi per un anno restiamo così come stiamo adesso, con tutti i disagi». Oltre ai problemi quotidiani c’è anche la paura, concreta, che quelle tre fermate chiuse durante la settimana possano diventare luoghi di bivacchi o finire per essere saccheggiate, rischiando di renderle inagibili. Ma arrivano rassicurazioni in merito alla vigilanza: per i disservizi invece c’è da lavorare.

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