Molesta sessualmente 26 donne: disoccupato romano 31enne chiamava le vittime fino a 30 volte al giorno

vittima_stalker
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di Emilio Orlando
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Giovedì 21 Ottobre 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 09:01

Rendeva anonimo il numero telefonico, così ha molestato 26 donne. Telefonava fino a trenta volte al giorno scegliendo le vittime con meticolosità e attenzione, anche tra le vicine di casa o tra le persone che aveva conosciuto. Durante le conversazioni seriali, utilizzava un tono di voce pacato e suadente: ma poi iniziavano molestie sessuali esplicite e anche offese, facendo riferimento al corpo delle donne raggiunte telefonicamente. 


L’incubo delle malcapitate è finto quando il maniaco, un romano di 31 anni, disoccupato, residente a Montesacro, è stato fermato dalla polizia del commissariato Vescovio, che aveva riunito tutte le denunce presentate dalle 26 vittime. Donne tutte residenti nella Capitale, che avevano sporto denuncia in diversi distretti di polizia e in alcune stazioni dei carabinieri perché tormentate da mesi dall’anonimo telefonista che oltre - ad averle molestate - le aveva anche terrorizzate. Alcune donne, infatti, temevano che l’uomo potesse anche presentarsi presso il loro domicilio.


L’analisi dei tabulati telefonici del traffico entrante negli smartphone delle perseguitate, insieme alla localizzazione dell’apparato da cui partivano le chiamate, hanno condotto i detective del commissariato Vescovio direttamente al campanello di casa del manico per notificargli l’elezione di domicilio e la denuncia a piede libero. 


Il 31enne si è difeso con gli agenti, dichiarando che non riusciva a contenere la pulsione che lo spingeva a molestarle. 


La vicenda ha riportato alla mente quella del “Dottor morte”, un altro maniaco telefonico rimasto ignoto, che a fine anni ‘80 (quando c’erano le centrali telefoniche analogiche e non potevano essere tracciati i tabulati) fece sprofondare decine di donne nel terrore.

L’uomo, telefonava a casa di persone sole e, spacciandosi per un medico dell’ufficio d’igiene di zona, prescriveva un’iniezione antitetanica e convinceva le vittime a farsi la puntura mentre erano con lui al telefono.

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