Addio lezioni di atletica, danza, calcio e nuoto. Non c’è più spazio, il pomeriggio, neanche per studiare inglese, teatro o pianoforte. O per vedere gli amici. Sei ragazzi su 10, praticamente, non hanno più tempo per fare niente. Per gli studenti delle scuole superiori di Roma, gli orari di ingresso a scuola scaglionati contrastano parecchio con la ripartenza di tutte le altre attività ricreative. E la protesta sta montando. Il tavolo prefettizio, a settembre, ha stabilito due turni di ingresso a scuola: il 60% dei ragazzi alle 8 e il 40% alle 9:40, per evitare sovraffollamenti sui bus. Ma vuol dire, soprattutto nei tecnici e professionali dove si fanno almeno 6 ore di lezione al giorno, uscire con il secondo turno alle 16.
Il malumore che sta dilagando nelle scuole, tra i ragazzi ma anche tra i genitori, emerge da un sondaggio della Rete degli studenti medi del Lazio, effettuato su 3mila adolescenti: il 60% non ha più tempo per lo sport o altre attività ricreative. Rinunciano anche alla socialità nel vedere gli amici il pomeriggio. Oltre il 40% degli alunni esce dopo le 14:30 e un ragazzo su due ha ore da 50 minuti, perdendo così 10 minuti di lezione, per ridurre la giornata scolastica. Uno su 4 vorrebbe che gli orari venissero rivisti. Uscire alle 15 significa tornare a casa alle 16, pranzare e poi fare i compiti. E così il pomeriggio finisce.
La Rete degli studenti medi del Lazio ha intenzione di scrivere al Prefetto per cambiare gli orari e le scuole sono già in fermento.