Il successivo pedinamento del furgone ha permesso di individuare un ulteriore magazzino di stoccaggio, di dimensioni più contenute, in zona Casilina, e di ricostruire il modus operandi dei responsabili, che scaricavano la merce contraffatta nel deposito sulla Prenestina, dotato di un ampio piazzale per facilitare le manovre dei Tir, e, in un secondo momento, i colli venivano smistati nel deposito più piccolo, per le successive fasi di capillare distribuzione sul territorio.
I militari, a quel punto, sono entrati all'interno dei locali trovando migliaia di colli contenenti delle anonime calzature con marchi apparentemente regolari, ma un attento esame della merce ha fatto emergere che era stata utilizza una tecnica finalizzata a camuffare e nascondere il logo registrato, per le Adidas venivano utilizzate delle «striscette di congiunzione» a coprire le tre del noto brand e delle «toppe di stoffa», mentre per i modelli Saucony il logo era realizzabile semplicemente asportando tre piccoli cerchietti dalla fascia di pelle a «S» stilizzata.
La merce sequestrata avrebbe massicciamente alimentato il mercato clandestino ed illegale della capitale e del suo hinterland, generando introiti per oltre 2 milioni di euro. I due responsabili del traffico sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria Capitolina, per concorso nei reati di contraffazione, introduzione nello Stato di prodotti con segni falsi e ricettazione.