Sandro Pertini, la mansarda dove viveva a Roma diventa un museo: ma l'attesa è stata lunga 11 anni

Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985, abitava con la moglie Carla Voltolina in 35mq su Fontana di Trevi. C'è l'ok dell'Assemblea capitolina

Sandro Pertini
Sandro Pertini
di Valentina Conti
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Martedì 5 Aprile 2022, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 19:00

Agli ospiti che transitavano nei suoi 35 metri quadri di casa in piazza Fontana di Trevi, Carla Voltolina, indicava dalla finestrella del bagno il palazzo presidenziale. “Il mio rapporto con il Quirinale sarà così, da lontano”, scandiva nel 1978, alla vigilia della possibile elezione del marito, Sandro Pertini. E così fu nella sostanza. 
In quel “buco” con affaccio sulla celebre fontana della Città Eterna, la loro dimora, il suo Sandro Capo dello Stato tornava ogni sera da lei. In barba al protocollo, il Presidente Pop, apprezzato da tutti, primo partigiano a salire sul Colle, non scelse di abitare al Quirinale. Ma in mansarda. Ora sembra proprio la volta buona, dopo 11 anni di intenzioni cadute nel vuoto, che quel minuscolo alloggio intriso di storia e umanità possa diventare una Casa della Memoria. Una sorta di Museo multimediale accolto in quella mansarda - zeppa di omaggi kitch della “sua” gente semplice (compresa un’enorme pipa di cartapesta) - dove Pertini aveva scelto di vivere il suo mandato. Mansarda che, nel 2011 venne restituita alla città. 
Maggioranza e opposizione capitolina hanno deciso di appoggiare la proposta a prima firma della consigliera Pd Antonella Melito portata in aula Giulio Cesare. «L’idea - spiega Melito - è quella di raccontare l’impegno politico e sociale del presidente, dando la possibilità di ricordare la sua memoria nel tempo.

Proponendo proiezioni e attività interattive in un museo didattico che potrà arrivare alla curiosità di ognuno». «Un modo di onorare il ‘presidente più amato dagli italiani», chiosa il presidente della Commissione Politiche abitative, Yuri Trombetti. Dalla sequenza di Pertini che esulta in tribuna per la vittoria dell’Italia ai Mondiali di calcio di Spagna dell’82 alle sue parole ai giovani, fino alla presenza a Vermicino, passando per la sua ironia: tanto amore, ricambiato, per l’Italia. E per l’Urbe che l’ha adottato. 

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