​Metro chiuse a Roma per le scale mobili ko: saltano tutti i responsabili

Metro A e B, scale mobili ko: saltano tutti i responsabili
​Metro A e B, scale mobili ko: saltano tutti i responsabili
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 28 Marzo 2019, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 11:09

Via tutti. L'Atac si prepara a rimpiazzare i responsabili delle scale mobili della metro. Non solo i 9 che hanno già rassegnato le dimissioni, dopo l'inchiesta della Procura di Roma sui crolli delle rampe. Già domani dovrebbe essere lanciata la call per individuare 20 sostituti, tutti da rintracciare tra chi già lavora nella più grande partecipata dei trasporti pubblici d'Italia, un gigante da oltre 11mila dipendenti che, dopo essersi salvata dalla bancarotta, grazie all'operazione concordato, torna a vivere giornate febbrili per un'emergenza imprevista: il susseguirsi di guasti sui tapis roulant che trasportano centinaia di migliaia di passeggeri ogni giorno.

Catene di risalita che rischiano di incepparsi, gradini che saltano come tappi di spumante, spaventosi accartocciamenti che a volte hanno causato decine di feriti (24, a fine ottobre, alla fermata di piazza della Repubblica) e altre volte l'incidente si è solo sfiorato, come quando, giusto una settimana fa, si è squarciato uno scalino alla stazione di piazza Barberini. Il risultato è quello che tutti - romani e turisti di passaggio - ormai conoscono: tre stazioni su tre interdette al pubblico. Tre stazioni consecutive, tutte sulla linea A, calca assicurata, proteste e corse a ostacoli.

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Il clima, nel quartier generale di via Prenestina, è quello dell'emergenza. Il presidente e ad, Paolo Simioni, in carica dalla fine del 2017, dopo avere sventato il pericolo default, che sembrava concretissimo solo fino a un anno e mezzo fa, ora deve provare a rilanciare un servizio che ancora annaspa. Tocca quindi muovere le leve giuste. Si interverrà allora su chi ha la responsabilità materiale di ascensori e rampe elettroniche. Oggi sono 14. Gli unici abilitati. In 9 hanno presentato le dimissioni due giorni fa, sulla scia dell'inchiesta che ha portato la Procura di Roma a iscrivere 12 nomi sul registro degli indagati, tra dipendenti dell'Atac e della ditta che si era aggiudicata l'appalto di manutenzione. Un contratto milionario che la partecipata ha deciso di rescindere, data l'escalation di malfunzionamenti che si sarebbe registrata negli ultimi mesi.

Per far partire il risiko delle nomine, però, tocca avere un serbatoio di sostituti da cui pescare. Oggi, invece, la panchina è corta. Per questo, entro 24-48 ore, sarà lanciata la selezione interna per reclutare dipendenti disponibili a fare i responsabili di esercizio. Mansione delicata, soprattutto in questa fase, con le rampe sotto inchiesta e la manutenzione che negli ultimi due anni, secondo la municipalizzata, non sarebbe stata curata a dovere.

Facile prevedere che non ci sarà la fila per candidarsi. Ecco perché la società del Comune ha deciso di prevedere un mini-incentivo per chi si prenderà la responsabilità di questo comparto: un gettone da 1.500 euro per consentire ai dipendenti di pagarsi una polizza assicurativa per le eventuali richieste di risarcimento danni. E altri 3.200 euro (all'anno) dovrebbero essere pagati per chi si renderà «reperibile» h24. Tra i requisiti che saranno vagliati, il «non avere riportato, con sentenza passata in giudicato, condanne che comportino l'esclusione da una professione» e il «non avere procedimenti penali nei quali sia stata già pronunciata una sentenza di condanna a una pena che comporti l'interdizione da una professione». Mentre si moltiplicano i guasti sulle linee A e B, il M5S in Comune rilancia l'idea della metro D: «Riavvieremo l'iter», è stato detto ieri in Commissione Mobilità.

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