Roma, i manifesti-denuncia del figlio di una donna deceduta: «Niente sepoltura, mamma scusami». L'Ama: «Troppi morti e pochi dipendenti»

manifesti_denuncia_roma
manifesti_denuncia_roma
di Lorena Loiacono
4 Minuti di Lettura
Martedì 13 Aprile 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 17:18

“Scusami, mamma”: ha tappezzato Roma di manifesti con questa dedica, dolcissima e dolorosa, per la madre morta l’8 marzo scorso. E le chiede scusa a caratteri cubitali perché ad oggi non è riuscito ancora a darle una degna sepoltura: “Scusa mamma – campeggia infatti in tutta Roma - se non riesco a farti tumulare”. 


IL RICORDO. Aveva 85 anni la signora Ernesta Magri quando è deceduta all’ospedale San Giovanni per un infarto. “E’ stata ricoverata per tre settimane – racconta il figlio, Oberdan Zuccaroli – ma a causa delle restrizioni e dei regolamenti sanitari anti-Covid non l’ho più vista. E ancora oggi non posso portarle neanche un fiore sulla tomba. La sua bara infatti, dopo il funerale, è stata portata al deposito del cimitero Flaminio.

E lì resta, non sappiamo neanche fino a quando». Ecco l’interrogativo retorica che fa davvero male. «È questo il rispetto che la città di Roma riconosce ai suoi cari? Mia madre, come tante persone decedute e in attesa da mesi di una tomba, ha vissuto e ha fatto parte di questa città. Ha cresciuto 5 figli, non posso permettere che la sua dignità non venga rispettata». 


LA BATTAGLIA. Così Oberdan ha deciso di far conoscere il suo dolore scrivendolo su pannelli al led grandi 9 metri per 7, lungo via Appia, allo Scalo Di San Lorenzo, in via Monza e via Cristoforo Colombo all’incrocio con la Laurentina e a breve lo stesso messaggio arriverà su 250 manifesti posizionati in tutti gli angoli di Roma.


A CHIARE LETTERE. «Devono vederli tutti, è l’unico modo che ho per chiedere scusa a mia madre ma anche a tutte le persone che vivono questa situazione e so che sono tante. Si prova un dolore indescrivibile nel non poter neanche andare sulla tomba a portare un fiore». 

 


PURE LA ZIA. Non solo, nel deposito del cimitero di prima Porta c’è anche la bara della zia di Oberdan: Marilena Zuccaroli, di 90 anni, deceduta addirittura il 9 gennaio scorso, tre mesi fa, in una casa di cura e ancora in attesa di essere cremata. 


ATTESA INFINITA. Come mai? I cimiteri di Roma sono al collasso e così le attese per i forni crematori e per le tumulazioni sono infinite: durano settimane, mesi. Con il risultato che i parenti, oltre a dover affrontare la perdita dei loro cari, devono combattere contro lungaggini e burocrazia fino alla sfinimento. C’è anche chi, esasperato, decide di portare la salma fuori dalla regione Lazio. Un triste viaggio senza ritorno.

LA DIFESA DI AMA: TROPPI DECESSI E POCHI DIPENDENTI. Troppi decessi e troppi tagli da anni, così Ama resta in panne e il deposito scoppia. Dall’azienda spiegano infatti che da ottobre 2020 a marzo 2021 ci sono stati 4.763 decessi in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+30%). E si tratta di un incremento confermato anche nei primi 8 giorni di aprile, con 79 defunti in più anche per “effetto” del Covid. 
L’Ama è inoltre sotto organico ma a breve è in arrivo un incremento del personale sulla base del piano assunzioni già approvato dal Campidoglio, così da raggiungere progressivamente gli spazi necessari per 60 mila nuove sepolture. Solo che il problema è doppio: le cremazioni procedono a rilento rispetto alla richiesta effettiva e le sepolture soffrono la mancanza di posti liberi nei cimiteri. Daloo scorso gennaio sono in atto interventi mirati per trovare 100 posti in più a settimana presso il cimitero Flaminio. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA