Da Kabul a Roma e poi di nuovo a Kabul. Non è un ponte aereo anche se la solidarietà c’entra, eccome.
Perché tutti i giorni la dermatologa Magda D’Agostino, 41 anni, fa la sua parte per aiutare concretamente il popolo afgano finito sotto il regime talebano. Apre il telefonino quando arriva un messaggio, quindi si mette al pc e osserva attentamente il materiale inviato da uno dei medici che ha deciso di restare nell’inferno.
«Sono foto. Di tante persone. Immagini che il mio collega scatta quasi di nascosto, in ospedale, per provare a curare coloro che soffrono», dice la dottoressa responsabile a Villa Tiberia Hospital, zona Montesacro, per le terapie contro le malattie della pelle.
La diagnosi avviene tutta sul web, grazie al Messenger di Facebook. Il medico di Kabul (specializzato in ortopedia) invia alla dottoressa D’Agostino le foto dei pazienti con problemi dermatologici. Molte sono donne.
Tutto nacque tempo fa, con l’adesione al progetto umanitario Operation Smile. «Certo, non immaginavo che l’avvento dei talebani portasse a conseguenze disastrose sia per le mancate cure che per la negazione dei più elementari diritti umani. Il mio collega afgano non dice molto, anzi non si esprime mai sul regime. Probabilmente la nostra corrispondenza digitale viene controllata, così pure io evito di fare troppe domande. Spero solo che i talebani non chiudano internet».