Roma Gemelli, trovato paziente mummificato nel condotto di areazione. Era sparito da sei mesi

Roma Gemelli, trovato paziente mummificato nel condotto di areazione. Era sparito da sei mesi
Roma Gemelli, trovato paziente mummificato nel condotto di areazione. Era sparito da sei mesi
di Emiliana Costa
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Giovedì 27 Febbraio 2020, 18:51 - Ultimo aggiornamento: 20:23
Roma Gemelli, trovato paziente mummificato nel condotto di areazione. Era sparito da sei mesi. Come riporta il sito del Corriere della Sera, il cadavere di un 45enne romeno senza fissa dimora è stato scoperto da alcuni operai in un condotto di areazione.

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Come riporta l'articolo, il corpo dell'uomo era mummificato, tanto che il riconoscimento è avvenuto tramite il braccialetto. L'uomo era stato portato in ospedale dalla Caritas per problemi al fegato sei mesi fa ed è sparito dopo tre giorni di ricovero. Inutili le ricerche del personale sanitario. Il paziente sembrava svanito nel nulla. In realtà, sarebbe caduto in un vano all'ottavo piano. Ieri il ritrovamento. Si indaga sulla caduta accidentale.

Ecco la nota del Policlinico Gemelli: «L’uomo di 45 anni, senza fissa dimora e con una storia di epatocarcinoma su cirrosi ascitica, Hant Valer era stato ricoverato in Policlinico nel mese di agosto, accompagnato da un operatore volontario della Caritas che lo aveva visto più affaticato del solito e con l’aggiunta di un peggioramento della vista. Accettato in Pronto Soccorso, stabilizzato era stato destinato al reparto di Medicina Interna e Gastroenterologia per la prosecuzione delle cure e nei tre giorni seguenti era stato sottoposto a terapia idratante e a supporto nutrizionale, con iniziale positivo andamento dei valori di laboratorio. Il paziente, autonomo nello svolgimento delle comuni attività, ricevute le cure proprie dell’acuzie e percepitone il beneficio, in un colloquio avuto nel pomeriggio del 13 agosto 2019 alla presenza dell’operatore della Caritas, ha espresso ai curanti il desiderio di interrompere l’iter terapeutico. Al termine di questo colloquio, il paziente è sembrato convincersi dell’opportunità di proseguire il ricovero, ma nella notte immediatamente seguente, attorno alle 2, si è allontanato dal reparto volontariamente. Nonostante il personale sanitario si sia subito preoccupato di rintracciarlo anche con l’ausilio del servizio di vigilanza interno ed esterno, ogni tentativo di perlustrazione di scale, reparti, corridoi e ambienti esterni del Policlinico si è purtroppo rivelato vano. Ci si è quindi convinti dell’avvenuta dimissione volontaria e nella tarda mattinata del 14 agosto 2019 il ricovero è stato chiuso per “dimissione volontaria”. È possibile ritenere che l’uomo si sia effettivamente allontanato dal reparto adoperando l’uscita di sicurezza, introducendosi nel vano e rovinandovi all’interno. È peraltro possibile immaginare che l’accidentalità dell’episodio si sia determinata in tempi estremamente concentrati, sia per effetto delle problematiche organiche di cui il paziente era portatore (epatocarcinoma su cirrosi ascitica con piastrinopenia), sia per il verosimile sovrapporsi di lesività traumatica. Si tratta di un episodio che addolora un’istituzione che da sempre è vicina alle condizioni di fragilità e che ancor più recentemente ha voluto esprimere questa vocazione impegnandosi nella realizzazione di una struttura di ristoro per persone che vivono l’esperienza della marginalità. Nonostante si sia certi di aver fatto tutto il possibile per questa persona, resta il rammarico per un epilogo tristemente inaspettato».
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