Roma, gambizzato davanti alla moglie. «Nella Capitale guerra tra clan»

Roma, gambizzato davanti alla moglie. «Nella Capitale guerra tra clan»
di Emilio Orlando
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 11:12
«Nella Capitale è in atto una sanguinaria guerra tra clan per la spartizione delle piazze di spaccio». Procura e investigatori non hanno dubbi: «C'è un filo di sangue che lega le sparatorie che da un anno a questa parte sta gettando Roma nel terrore». A distanza di pochi giorni dall'omicidio del quarantaquattrenne albanese Gentian Kasa, ucciso a colpi di pistola sotto casa della moglie, un altro agguato ha insanguinato le strade di Roma. La mano armata di un sicario ha sparato di nuovo venerdì poco dopo le 19, questa volta al Tiburtino nella roccaforte della droga di San Basilio.

La vittima, il cinquantaquattrenne Luciano L., conosciuto con il soprannome di er cipolla” che non ha precedenti per droga, è stato ferito alla rotula e ad una mano mentre passeggiava con la moglie in via Treja poco distante da via Corinaldo considerata dalle forze di polizia una delle più fiorenti piazze di spaccio del zona. Nessuno dei residenti ha visto e sentito nulla ed il tentato omicidio è avvenuto nell'omertà più totale senza testimoni. L'uomo è stato trasportato in ospedale dalla moglie, senza che nessuno chiamasse il 112, tanto che il sopralluogo sulla scena del crimine è stato effettuato il giorno dopo la sparatoria, appena la polizia è stata informata dall' ospedale dell'accaduto.

Numerose sono le ipotesi al vaglio degli inquirenti e degli investigatori, che stanno battendo diverse piste e stanno scavando nel passato della vittima. Sul marciapiede dove l'uomo è stato ferito sono stati repertati tre bossoli di una pistola semiautomatica di calibro comune da sparo. Il quartiere dove si è verificato l'ennesimo agguato armato, è quello della periferia sud est dove il narcotraffico viene gestito dalla famiglie della ndrangheta dei Marando, che gestiscono le strade dello spaccio insieme alla mafia albanese sulla falsariga di autentiche attività imprenditoriali. Nei giorni scorsi due rampolli della famiglia Marando sono stati arrestati per narcotraffico dai carabinieri dopo un'indagine della direzione distrettuale antimafia. Nello stesso contesto dove è maturata la gambizzazione di venerdì, opera il clan Pupillo che controlla gli operai impiegati nella filiera dello spaccio dai tetti e da alcuni circoli sportivi da dove è possibile accorgersi, da un unico punto di osservazione, dell'arrivo delle forze dell'ordine.
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