Roma, benvenuti al “drive in della droga”: i tossicodipendenti prendevano le dosi senza nemmeno scendere dall'auto

droga_guardia di finanza_roma
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di Emilio Orlando
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Venerdì 21 Maggio 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 10:17

L’appuntamento, prima della vendita della cocaina, era ai tavolini di un ì bar di via Raffaele Conforti, a Boccea. Acquirente e spacciatore si accordavano sulla quantità di droga da comprare e la consegna avveniva in un condominio poco distante. 
Come in un “drive-in”, senza che il tossicodipendente scendesse dalla macchina. 
Con questo escamotage, il gruppo di narcotrafficanti smantellato ieri mattina all’alba dai finanzieri nucleo di polizia economico finanziaria del Gico, in pochi mesi hanno smerciato chili e chili di “polvere bianca”. All’approvvigionamento della sostanza stupefacente provvedevano direttamente Marco Corina e Marcello Aguzzi, contattando quei fornitori all’ingrosso che in quel momento facevano prezzi più vantaggiosi. Il particolare, le indagini della Direzione distrettuale antimafia hanno individuato in Valentino Urpi il grossista da cui si riforniva il sodalizio, che operava nella zona ovest della Capitale. I fili dell’organizzazione, composta anche da Bruno Pischedda, confermano l’asse d’affari a base di stupefacenti tra Boccea, Primavalle, Montespaccato, i Castelli Romani e il Tuscolano, feudo della droga gestito da narcos legati alla camorra. Parte dei profitti illeciti, dai quali i membri dell’associazione traevano sostentamento essendo ufficialmente disoccupati, venivano messi da parte in una cassa comune, per poi essere reinvestiti in nuovi acquisti di droga procurata grazie a una minuziosa scelta del prezzo più vantaggioso sul mercato illegale. 
L’indagine di Boccea deriva da un altro filone d’inchiesta aperto dalle Fiamme Gialle che portò in manette 19 spacciatori a Fiumicino tra cui la 71enne Bianca Zarfati, conosciuta come “zia Bianca” ,che trattava direttamente con i produttori di coca in sud America.

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