Doveva diventare il deposito dei veicoli elettrici del Campidoglio, in chiave green. Sembrava essere un tassello fondamentale, irrinunciabile.
E invece Roma ci dovrà rinunciare, eccome. Sembra essere finita male, infatti, la storia dell’ex deposito Ama di piazza Bainsizza, a pochi passi da piazza Mazzini, in Prati. I termini per il diritto di prelazione sono scaduti ed oggi il Campidoglio è fuori dai giochi.
LA VICENDA.
LE ASTE. Niente da fare, oltre al danno anche la beffa: il Comune sarebbe stato disposto infatti a spendere 4 milioni di euro in più, compresa l’Iva, rispetto alla prima asta, per riprendersi un bene che di fatto veniva dalle sue proprietà. L’unica strada a quel punto era il diritto di prelazione, poteva rivendicarlo. Non l’ha fatto e ora i termini sono definitivamente scaduti.
LE FIRME. I cittadini, che in quel deposito hanno anche una sede della Asl Rm 1, si sono interessati con raccolte di firme e proteste ma ora è tutto finito. A meno che il Campidoglio non decida di procedere con l’esproprio, ma anche in questo caso il privato andrebbe risarcito con un prezzo di mercato adeguato e la perdita per i romani sarebbe la stessa. Oltre al fatto che i tempi di una procedura legale simile sono lunghissimi.
Non resta che trovare un accordo con la società di privati oppure rinunciare al progetto che finora è però rientrato tra quelli del Pnrr indicati dall’assessore alla mobilità Eugenio Patanè.