La pandemia ha colpito duramente le imprese, soprattutto quelle più deboli e meno strutturate. Ma tra gli effetti del Covid ci sono anche i fenomeni criminali. Una situazione che nella Capitale appare particolarmente critica: il 30% delle micro imprese del commercio, ricettività e pubblici esercizi di Roma sta pensando di chiudere definitivamente, il 42% ritiene aumentata la pressione della criminalità sulle imprese e il 19% ritiene diffusa l’usura sul proprio territorio. I dati emergono da un’indagine presentata da Confcommercio nell’ottava edizione della giornata “Legalità, ci piace!”, condotta su 705 imprese del terziario di mercato e con un approfondimento sul tema dell’usura su 591 imprese del commercio, strutture ricettive e pubblici esercizi con meno di 10 addetti sull’intero territorio nazionale e di 810 imprese della stessa tipologia in 9 grandi città.
Dall’analisi emerge poi che nella capitale il 62% delle imprese ha avuto problemi di liquidità nel corso del 2020 (rispetto al 52% della media italiana), il 72% ha subito una forte perdita o chiuso in perdita (68% in Italia) e il 30% valuterà se chiudere definitivamente l’attività (19% in Italia).