Sdraiato sul divano, un cuscino dietro la nuca. Qualche minuto dopo, sempre sullo stesso divano, si fuma una bella sigaretta. No, non è l'immagine di un lavoratore che è tornato a casa dopo una dura giornata in ufficio.
Sono immagini che arrivano invece dal Consiglio comunale della Capitale d'Italia.
L'Assemblea capitolina - vista la situazione della Pandemia - si riunisce in remoto, ogni consigliere quindi si collega con un device dal proprio ufficio o dalla propria abitazione.
È il caso del consigliere Alessanro Luparelli, della lista Sinistra civica ecologista - per il quale lavorare da casa evidentemente ha un significato da cogliere alla lettera: il Consiglio comunale vota e discute emendamenti, lui si sdraia sul divano, fuma, si mette comodo aggiustandosi un cuscino in più collocato dietro la nuca. Scene che - sinceramente - preferiremmo non vedere da chi rappresenta Roma.
«Ma sono più dieci ore che siamo collegati» - prova a giustificarsi Luparelli. E poi aggiunge: «Non è che stavo su una cosa comodissima, mica stavo a dormì... Ora sono in Consiglio, non posso parlare. Stiamo andando ad oltranza». Il tutto proprio mentre i consiglieri comunali di Roma lavorano alacremente ad una bozza di delibera che - come scriveva Lorenzo De Cicco sul Messaggero di qualche giorno fa - dovrebbe aumentare il loro stipendio in maniera sensibile.
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