Roma, mamma cinghiale e i suoi sei cuccioli uccisi dalla polizia: gli spari in un parco all'Aurelio VIDEO

Roma, mamma cinghiale e i suoi sei cuccioli uccisi dalla polizia: gli spari in un parco all'Aurelio VIDEO
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Sabato 17 Ottobre 2020, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 19:30

A Roma una mamma cinghiale e sei cuccioli sono stati uccisi dopo essere stati narcotizzati. A raccontarlo Piergiorgio Benvenuti, presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale che definisce l'episodio «indegno». «La peggiore soluzione che si poteva trovare - aggiunge - Esprimiamo l'apprezzamento e la solidarietà a un gruppo di cittadini che hanno protestato in strada contro la soluzione adottata con l'ausilio della Polizia provinciale armata di fucili a poca distanza dalla Basilica di San Pietro». A pubblicare la notizia il quotidiano La Repubblica.

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«Nei giorni scorsi la famiglia di cinghiali, attirati da cumuli di rifiuti si erano rifugiati nel giardino Mario Moderni, in via della Cava Aurelia, che per la mamma-cinghiale poteva rappresentare un rifugio sicuro per tutta la sua famiglia, mentre è subito scattata la trappola con i cancelli del giardino che sono stati chiusi per bloccarli. In quel momento era facile catturarli senza sopprimerli ed utilizzare le armi per narcotizzarli ed eseguire la condanna a morte attraverso punture con liquido letale, nel pieno centro della Capitale» aggiunge Benvenuti sottolineando: «Responsabilità della Regione, l'inerzia della Sindaca Raggi, l'incapacità di raccogliere e gestire i rifiuti nella città, hanno condannato a morte una inerme famiglia di cinghiali che potevano agevolmente essere rimesse in piena libertà in natura».

CAMPIDOGLIO: DECISO DALLA REGIONE «La Regione ordina l'uccisione di 6 cinghiali, la Brambilla sbraita comodamente dal divano di casa sua e noi, gli unici ad averci messo la faccia e ad aver sempre palesato contrarietà all'uccisione di questi animali, saremmo i carnefici? Scandaloso».

Così su Facebook il presidente della commissione Ambiente di Roma Capitale Daniele Diaco (M5s). «Per 3 ore il sottoscritto - prosegue - ha presidiato il Giardino Mario Moderni per cercare di ribadire che l'abbattimento non è la soluzione più idonea, corretta ed eticamente giusta. Assente la Regione Lazio, l'unico soggetto che poteva fermare l'esecuzione dei sei cinghiali in quanto unico ente competente in materia di fauna selvatica. Regione che non solo ha disertato gran parte dei tavoli tecnici, ma che non ha altres mai preso in considerazione l'ipotesi di catturare i cinghiali servendosi di apposite gabbie e di condurli in aree non faunistiche. Zingaretti non ha mai ascoltato le soluzioni meno cruente prospettate da Roma Capitale la cui contrarietà all'abbattimento, come risulta dai verbali dei tavoli tecnici, è sempre stata forte e convinta, a dispetto delle scellerate menzogne pronunciate dalla Brambilla che accusa il Movimento Cinque Stelle pur sapendo che la decisione di abbatterli è stata presa esclusivamente dalla Regione Lazio. Sconcertante il comportamento di Zingaretti che, anzichè interloquire con noi nelle sedi preposte e fermare con atto ufficiale la strage di ieri sera, ha pensato bene di parlare telefonicamente con la stessa ex parlamentare per dirle che era in corso un ripensamento sulla sorte degli animali uccisi. Cara Brambilla, dov'eri ieri sera mentre il sottoscritto tentava in tutti i modi di fermare una decisione presa unicamente dalla Regione? Eri forse sul divano di casa tua a fare »l'animalista da salotto«? E dov'era Zingaretti? Polemiche a parte, noi denunceremo quanto accaduto ieri sera nei prossimi tavoli tecnici e a opporci con forza a nuove decisioni come quelle di ieri sera - conclude Raggi - Assieme alla Sindaca, avvieremo di una indagine interna per verificare l'operato di chi è intervenuto. Il tutto, nella consapevolezza che solo la Regione può (per legge) decidere la sorte dei cinghiali».

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